"Basta terrore, vi spiego io il vero Islam"

Parla Fouad Selim, direttore del Centro Islamico di Monza e Brianza e membro dell'U.CO.I.I.

Fouad Selim

Fouad Selim

Ronco Briantino (Monza e Brianza), 20 marzo 2016 - In Italia, ci vive ormai da 24 anni, anche se ancora non ha chiesto la cittadinanza. Da una decina, è il direttore del Centro Islamico di Monza, uno dei più frequentati della Brianza. Da sei, è membro di spicco dell’Ucoii (Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche in Italia). Si chiama Fouad Selim, musulmano, sunnita, nato il 3/10/69 ad Algeri. Una laurea in Economia e commercio, in Italia si è adattato a fare di tutto: saldatore, tecnico per la programmazione dei macchinari e da un anno tour operator con i Paesi Arabi e del Golfo. Figlio di un impiegato al Ministero della Difesa in Algeria, due fratelli e tre sorelle, in Brianza ha messo su famiglia anche lui: moglie algerina, quattro figli (due maschi e due femmine, età compresa fra 1 a 14 anni).

Parliamo un po’ di Islam, chi è Allah?

«Allah è il nome del vero e unico Dio. È lo stesso Dio creatore in cui credeva Abramo, per cui è il Dio delle tre professioni di fede Ebraica-cristiana-islamica. Il Corano lo descrive come una divinità ancora più trascendente dello Yahvè degli Israeliti: una divinità universale, non legata a un solo popolo Eletto, ma Dio di tutte le creature siano esse diversamente credenti o atee. Eterno, Onnipotente, Onnisciente, totalmente libero, Misericordioso e Benevolo con le Sue creature».

E chi è Gesù?

«I Musulmani hanno un grande rispetto per Gesù e sua madre, la vergine Maria. Dai Musulmani Gesù è considerato uno dei più grandi messaggeri che Allah inviò al genere umano. Il Corano conferma la sua nascita virginale e un capitolo del Corano è dedicato a sua madre. Per i musulmani però Gesù non è figlio di Allah ma il suo Profeta, poiché Allah “non ha generato, non è stato generato, e nessuno è uguale a Lui”».

Che religione è quella islamica?

«Noi Musulmani e i Cristiani abbiamo lo stesso Dio, ma lo vediamo in modo diverso». 

E gli infedeli, volete convertirli a ogni costo?

«Per nulla. L’Islam è fondato sulla libertà di credere, la religione non si può imporre».

L’Islam è una religione di pace?

«Islam significa abbandono, resa e sottomissione ad Allah Altissimo; non vi è un bene che Allah non abbia indicato e ordinato e non vi è un male o un peccato che non abbia vietato e consigliato di evitare. L’applicazione delle prescrizioni

islamiche garantisce a tutti una vita di sicurezza e pace all’ombra delle leggi che assicurano i diritti di tutti».

E dunque?

«L’Islam è la religione della pace globale: a livello interno della società o dei rapporti fra popoli e Stati nel mondo. L’Islam prescrive la giustizia, consiglia la non aggressione anche verso i nemici dell’Islam, e nei rapporti fra popoli:

rapporti basati sulla sicurezza, la stabilità, la pace e, ribadisco, la non aggressione».

Eppure all’interno dello stesso Islam ci sono a volte scontri violenti, ad esempio fra sciiti e sunniti. Quanti Islam ci sono?

«L’Islam è uno solo, al suo interno non ci sono ad esempio differenze dottrinali marcate come quelle che dividono Cattolici, Ortodossi o Protestanti. Sono le interpretazioni umane che cambiano... E il conflitto sunniti-sciiti è soltanto politico».

Si associa spesso l’Islam a pratiche difficili da accettare per la cultura occidentale, come la legge del taglione o la Shari’a...

«La Shari’ah è la legge divina, nel senso che impersona la volontà divina alla quale l’uomo deve attenersi, nella sua vita personale e sociale, esattamente come per gli Ebrei e i Cristiani dovrebbe essere un dovere e un obbligo mettere

in pratica le Leggi che Dio ha dato a Mosè o Gesù. L’Antico testamento è colmo di accadimenti guerreschi e sanguinosi, ma il lettore non superficiale coglierà in essi motivi di riflessione e indicazioni per agire nel modo migliore... e i mali che corrodono il mondo sono sempre gli stessi nonostante millenni di storia»

Come vivete questo periodo in cui spesso la vostra fede è identificata con violenza e terrorismo?

«Penso con lo stesso dolore che i Cristiani sperimenterebbero se venissero tutti accusati di essere pedofili, ladri o assassini, vedi i casi inenarrabili che ogni giorno ascoltiamo dai Tg: violenze sui minori, spesso perpetrate da chi li dovrebbe curare e proteggere, preti, insegnanti, o addirittura familiari; femminicidi consumati tra le mura domestiche. Quanti di questi carnefici si dichiarano Cristiani? I più! Ma male sarebbe fare di tutta l’erba un fascio».

Cosa pensate dei Cristiani?

«I Cristiani appartengono alla Gente del Libro e quindi all’area della spiritualità abramitica; ci sono delle divergenze teologiche, la cui definizione è rimandata al Giorno del Giudizio».

Cosa pensate del Natale nelle scuole?

«Ai Musulmani non disturba, in quanto fa parte delle tradizioni italiche, chi lo vuole estromettere sono i laici mangiapreti che si servono per le loro pretese ideologiche del motivo che i Musulmani non credono all’incarnazione di Dio in Gesù».

Vi infastidisce che a scuola si faccia il Presepe?

«Il presepe non ci disturba perché sappiamo come andarono veramente le cose. E, se la tradizione iniziata con Francesco d’Assisi è praticata dalla tradizione cattolica, la accettiamo come espressione della religiosità della maggioranza

della popolazione italiana».

Vi offende trovare crocifissi nelle aule?

«No, perché sappiamo come andarono le cose: il Cristo non fu crocifisso in persona, ma in simulacro, perché il vero Cristo fu sottratto al progetto di delitto di Stato del Sinedrio e fatto salire al cielo».

A che scuola vanno i suoi figli?

«Li ho iscritti in scuole cattoliche, perché so che lì insegnano dei valori».

E la religione?

«A quella ci penso io a casa...».

Cosa pensate delle donne?

«Senza le donne non ci sarebbero uomini, per cui dopo Dio e il Profeta viene la donna a cui è dovuto il massimo rispetto e la massima devozione. Se da qualche parte le cose non stanno così, l’Islam non c’entra».

E le rigide regole che impongono alle donne musulmane di coprirsi?

«Il vestito è solo una scuola di pensiero, secondo cui coprire è scoprire, ma la base è sempre la libertà».

Che lavoro fa sua moglie?

«Mia moglie fa volontariato, insegna lingua araba nella nostra comunità».

E le sue figlie cosa faranno da grandi?

«Dopo i 18 anni saranno adulte e vaccinate per scegliere. A quell’età sei libero di credere o no e seguire le tua strada».

Cosa pensate dei recenti fatti di Colonia?

«Esecrabili e in nulla collegabili con l’Islam».

Come giudicate l’Isis?

«È l’ultima trovata del Diavolo per creare sospetto, disprezzo, odio, terrore contro l’Islam e i Musulmani nel mondo occidentale, affinché le masse che dipendono dalle classi padronali in Occidente rifiutino l’ascolto del messaggio dell’Islam che è di liberazione

dell’uomo dal dominio dell’uomo».

Di recente, è stato scoperto un simpatizzante dell’Isis nel vostro Centro Islamico: come avete fatto ad allontanarlo?

«I simpatizzanti dell’Isis non frequentano i Centri Islamici. E se dovessero esserci, c’è la Digos a cui segnalarne la pericolosità potenziale».

Gli Italiani sono razzisti?

«Non è il caso di generalizzare, ce ne sono esattamente come nel resto del pianeta, senza distinzione di razza e cultura».

Quali difficoltà incontrate in Italia?

«Nessuna... Le difficoltà di oggi riguardano tutti i popoli senza distinzione, nelle nostre società globalizzate molti diritti umani si sono smarriti, non vi è speranza né giustizia sociale, i giovani non hanno lavoro e il futuro è per tutti

incerto: questa domanda dovrebbe girarla a tutti gli Italiani, agli studenti e ai disoccupati che ogni giorno vanno ad alimentare il numero crescente dei bisognosi».

L’integrazione è un bene? Come raggiungerla?

«È un bene. Attraverso la conoscenza reciproca e il silenziamento degli organi di disinformazione di massa che lavorano per fomentare odio di razza e di religione al servizio di non meglio identificati interessi di conservazione identitari».

La felicità per Fouad Selim?

«Vedere una collettività che riconosce la comunità islamica come qualcosa di proprio, e soprattutto normale».

In questi ultimi tempi in Italia si è parlato molto di unioni omosessuali.

«Nulla contro gli omosessuali, ne conosco parecchi ed è giusto assicurare anche a loro dei diritti. Ma la famiglia è la famiglia, la loro unione non andrebbe chiamata in altri modi: uno più uno fa due, l’unica famiglia è quella composta

da marito e moglie che possono generare dei figli».