I beffati di Goinsardinia: fino a 1.600 euro per tornare dalle vacanze

I racconti dei brianzoli lasciati a piedi dalla compagnia di Laura Ballabio

La nave di GoinSardinia nel porto di Olbia. Il servizio è sospeso (Ansa)

La nave di GoinSardinia nel porto di Olbia. Il servizio è sospeso (Ansa)

Giussano (Monza e Brianza), 2 settembre 2014 - C’è chi ha dovuto sborsare fino a 1.600 euro per due persone, l’auto e il rimorchio. Chi ha potuto è salito su un volo sborsando per la tratta Olbia-Linate 390 euro a persona. I più fortunati che avevano un po’ di tempo in più invece sono riusciti a trovare prezzi più abbordabili senza svuotare il portafogli. Sono alcune delle vicende che negli ultimi giorni hanno visto protagonisti diversi brianzoli bloccati in Sardegna per il fallimento della Goinsardina. «Dopo un viaggio stile profugo finalmente a casa. Quasi quasi chiedo asilo politico», si è sfogato su Facebook Emanuele Viganò, giussanese, uno dei tanti brianzoli che hanno dovuto subire i problemi della Goinsardinia, la compagnia di navigazione che ha lasciato a terra nell’ultimo fine settimana oltre 20mila persona che dovevano rientrare sul continente dagli approdi sardi. Lo sfogo è arrivato dopo un’avventura iniziata settimana scorsa, quando i traghetti della Goinsardinia hanno smesso di effettuare le tratte marittime. «Ci è andata bene, siamo rientrati oggi (ieri ndr) con la Tirrenia - ha spiegato il brianzolo . Anche dal punto di vista economico abbiamo dovuto ripagare il biglietto ma alla fine siamo arrivati a casa: cinque persone con poltrona in seconda classe e l’auto 450 euro».

Quattro ragazzi residenti a Lissone hanno scelto di dividersi: due hanno trovato posto in aereo, gli altri due sono tornati con l’auto e il carrello dove avevano caricato il gommone. Spesa totale per rientrare, dopo aver pagato regolarmente il biglietto di ritorno, 1.600 euro solo per chi ha dovuto tornare in nave. Meglio è andata a una coppia di due lissonesi, Mattia Tripari e Federica Tagliabue, che hanno la nave per Livorno mercoledì. «Se non ci avvisavano gli amici non sapevamo niente. Siamo stati fortunati perché il papà del mio compagno è nato in Sardegna e abbiamo usufruito di uno sconto. Se per lavoro dovevamo tornare subito non so proprio come avremmo fatto. Mattia doveva rientrare al lavoro martedì, cosa che farà venerdì. Non potevamo fare altrimenti. Non c’erano altre soluzioni - hanno raccontato telefonicamente i due ragazzi -. Abbiamo ripagato il biglietto e giovedì dovremmo essere a casa».