Parco delle Groane, iI bazar dello spaccio si svuota: merito del coronavirus?

Per una settimana non sono stati trovati pusher in attività, ma potrebbero aver inciso anche gli ultimi arresti

I carabinieri tengono sotto controllo costante il Bosco delle Groane

I carabinieri tengono sotto controllo costante il Bosco delle Groane

Monza, 7 marzo 2020 -  Difficile pensare che possa essere stato, anche questo stop, un effetto collaterale del Coronavirus. Anzi, certamente non è così. Eppure – un po’ come tanti centri commerciali – anche il gran bazar della droga è rimasto chiuso per una intera settimana. Con qualche cliente-tossico arrivato sul posto ma rimasto a bocca asciutta. Lo ha registrato nei giorni scorsi la Compagnia dei carabinieri di Desio, guidata dal maggiore Mansueto Cosentino, che tutti i giorni, regolarmente, effettua dei sopralluoghi per monitorare l’attività di smercio nell’area delle Groane.

Il motivo? L’ipotesi più probabile – che ha permesso di arrivare a questa sorta di record, per quella che è una delle aree di spaccio più tristemente note della Lombardia – è che l’ultima batteria di pusher sgominata fosse veramente pesante. Fosse la principale attrice protagonista del business delle Groane, almeno nella piazza identificata come la più redditizia, quella tra la Monza-Saronno e la stazione ferroviaria Ceriano-Groane, chiusa da qualche tempo. Si tratta di 3 marocchini: 2 ventenni e un 26enne, tutti irregolari e senza fissa dimora. Sono stati trovati in possesso di 170 grammi di hascisc, 115 di eroina e 63 di cocaina. Assieme a ben 1.254 euro in contanti, a testimonianza di un giro di affari piuttosto importante. Ma anche un bilancino di precisione elettronico, fogli e taccuini con tutti i nomi dei clienti e gli incassi, sei cellulari per prendere le ordinazioni e una bomboletta spray al peperoncino. L’operazione rientrava nell’ambito della vasta, capillare e continua azione da parte delle forze dell’ordine, con la regia della Prefettura di Monza, per estirpare la piaga dello spaccio dall’area del parco delle Groane.

Una azione sinergica che da settembre a oggi, in circa sei mesi, ha permesso di far sequestrare oltre due chili di droga, quasi tutta “pesante”, oltre a due pistole, una infinità di machete e roncole. Oltre che arrestare decine di spacciatori, in gran parte nordafricani ma anche qualche “collaboratore” italiano, e identificare centinaia di clienti, che arrivano da tutta la Lombardia – e a volte persino da fuori Regione – per approfittare di prezzi low-cost e servizio efficiente. Una morsa stretta attorno alle bande di pusher per cercare di ripulire una volta per tutte l’area e restituirla finalmente alla collettività per l’utilizzo per la quale è nata: un polmone verde per lo svago all’aria aperta dei cittadini, in mezzo alla natura. L’obiettivo non è ancora raggiunto, ma i grandi sforzi messi in campo stanno sicuramente dando dei risultati importanti. Il livello di guardia delle forze dell’ordine e delle istituzioni, in ogni caso, resta altissimo.