"Te la faccio tornare in una bara bianca". Sono disperata, Emma rischia di morire

In aula la madre della bimba rapita in Siria racconta le minacce subite

Alice Rossini con le foto della piccola Emma

Alice Rossini con le foto della piccola Emma

Vimercate (Monza e Brianza), 1 aprile 2015 - "Sono disperatanon so più a che santo votarmi per riavere la mia bambina, che a causa della guerra in Siria rischia di morire".

A parlare ieri davanti davanti ai giudici del Tribunale di Monza Alice Rossini, la mamma di Vimercate che si è costituita parte civile al processo per il rapimento della piccola Houda Emma, la sua bambina rapita il 18 dicembre 2011, quando aveva solo 21 mesi, dal padre siriano Mohammed Houda Kharat, ora imputato di sequestro di persona e sottrazione internazionale di minore.

"Sono tre anni e mezzo che ho smesso di vivere e vivo solo perché penso che un giorno potrò incontrare mia figlia - ha continuato Alice Rossini -. Provo un grosso senso di colpa nei suoi confronti perché quella mattina che il padre l’ha portata via lei piangeva e non voleva andare con lui e io non l’ho capito".

La mamma ha ripercorso le tappe della vicenda che l’ha portata a trascinare al processo il suo ex marito. "Ci siamo conosciuti a Capodanno del 2006 e dopo 4 mesi siamo andati a convivere. L’8 marzo del 2008 ci siamo sposati e dopo circa 2 anni è nata la bambina, che era prematura ed aveva bisogno di molte attenzioni. Il padre si sentiva trascurato e sono iniziate le liti. Prima ha iniziato a rompere le cose in casa, finché un giorno mi ha picchiata e io allora ho deciso di andarmene da mia madre con la bambina. Dopo qualche tentativo di farmi tornare a casa con i fiori e le parole dolci, sono iniziate le minacce".

Alla fine di ottobre 2011 la coppia decise per una separazione consensuale. "Lui poteva tenere la bambina nel fine settimana ed è andato tutto bene - ha continuato Alice Rossini -. Il 18 dicembre mi ha detto che la riportava a casa alle 20 invece che alle 18 perché aveva una festa in famiglia. Quando non l’ho visto rientrare, ho cercato di telefonargli, ma invano. Ho passato una notte in bianco e il mattino dopo sono andata dai carabinieri a fare denuncia. Mentre ero in caserma, mi è arrivato un sms con un numero che sembrava straniero e mi è caduto il mondo addosso. Il mio ex marito mi diceva di stare attenta a quello che facevo perché la bambina me la faceva tornare in una bara bianca. Da allora ho perso i contatti con lui, se non attraverso un suo zio che vive a Concorezzo. Perché mi ha portato via la bambina? Perché me la doveva fare pagare perché mi ero voluta separare e lui come uomo e in più musulmano, non poteva accettarlo e avrebbe fatto una brutta figura con la sua famiglia che lo avrebbe considerato un uomo debole".

Da allora Alice Rossini ha visto la figlioletta in un filmato sulla guerra in Siria in televisione, dove l’ha riconosciuta insieme al padre in un pick up e l’ha sentita al telefono quando è andata al confine tra Turchia e Siria con gli inviati della trasmissione ‘Le Iene’, che si sono messi in contatto con Kharat, senza però riuscire a convincerlo a restituire la bambina alla madre.

"Quando mi ha fatto sentire Houda Emma, che parla solo in arabo, le ho detto che il giorno seguente ci saremmo viste invece non me l’ha fatta incontrare - racconta la mamma -. Quindi mia figlia penserà che l’ho abbandonata".