Desio, baby bulli in caserma coi genitori: "Niente di grave, solo un gioco"

Il papà della vittima preferisce non denunciare gli “amici” del figlio

Il ragazzo è stato spinto dai coetanei in un cestino

Il ragazzo è stato spinto dai coetanei in un cestino

Desio, 5 settembre 2017 - Hanno cercato di sminuire il loro comportamento i ragazzini che domenica pomeriggio hanno preso in giro, insultato, picchiato e infine infilato in un cestino dell’immondizia un proprio coetaneo, in centro a Desio. "Stavamo giocando, non volevamo fare male a nessuno", la sostanza di quanto hanno detto i ragazzini tra i 12 e i 13 anni, ieri mattina, convocati in caserma dai carabinieri, di fronte ai propri genitori: "Siamo tutti della stessa compagnia", hanno detto. Insomma non si sarebbero accaniti contro uno sconosciuto, ma avrebbero fatto quello show di almeno un quarto d’ora solo per divertirsi. «Solo un gioco tra ragazzini – conferma una mamma –: niente di grave, non sono teppisti, non è una baby gang». Una volta si giovaca a pallone o con la play station, per loro è normale giocare così. Di fatto i militari, subito intervenuti su segnalazione di un automobilista in transito da via Garibaldi, hanno prima bloccato l’escalation di vessazioni verso il 12enne preso di mira. Poi hanno identificato gli autori e infine, ieri mattina, li hanno accolti in caserma, insieme ai genitori.

Al termine del confronto, il papà dell’adolescente - che già era informato di quanto subìto dal figlio - ha preferito non fare denuncia. Chiudendo il caso. Ma gli uomini dell’Arma non sembrano avere nessuna intenzione di sottovalutare quanto successo, anche perché i protagonisti dell’azione - pur così piccoli, tutti iscritti alle scuole medie - erano in gran parte già conosciuti per altre vicende. Una relazione sull’accaduto potrebbe finire presto sul tavolo della Procura per i minorenni di Milano.

Le vessazioni, fino all’umiliazione finale ripresa con un telefonino, sono andate in scena in pieno giorno e in pieno centro, incuranti dei passanti. Spinte, calci, insulti. Le scarpe tolte e lanciate. Le ginocchia sulla schiena, per bloccare il 12enne a terra. Botte e prese in giro, a ritmo di musica alta. Tre i protagonisti principali, due (compresa una ragazza) più passivi, attenti a godersi l’assurdo spettacolo. Proprio mentre i bulli erano in azione, a poche centinaia di metri di distanza, in villa Tittoni si teneva una conferenza su bullismo e cyberbullismo, con numeri agghiaggianti forniti dallo psicologo Davide Algeri, specializzato in questa piaga: «Secondo gli ultimi dati Istat – ha detto – un ragazzo su cinque in Italia è stato vittima di bullismo, e due terzi di cyberbullismo. Alla base c’è sempre un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare». L’esperto ha lanciato un monito ben preciso: «Attenzione, non pensiate che accada solo e sempre in altre famiglie – ha detto – può succedere in tutte, anche nella vostra». Poi, un appello: «Purtroppo solo un minorenne su 10 informa un adulto di essere stato vittima di bullismo o cyberbullismo: i ragazzi non parlano per paura di prevaricazioni, ma dobbiamo educarli, da subito, a parlare, non a tenere le cose dentro».