Crisi da Coronavirus, un’impresa su quattro rischia di chiudere

L’indagine fra gli associati di Api. Il presidente Paolo Galassi: "Servono soldi subito e regole certe o sarà difficile riprendersi"

Paolo Galassi presidenti di Api, Associazione piccole e medie industrie

Paolo Galassi presidenti di Api, Associazione piccole e medie industrie

Monza, 19 giugno 2020 - Il 25,3% degli imprenditori brianzoli teme per la tenuta della propria attività e per il posto dei dipendenti. Tradotto: un’azienda su 4 teme di dover chiudere. È sicuramente questo il dato più allarmante del sondaggio condotto da Api (Associazione piccole e medie industrie) fra gli associati brianzoli (245 aziende con 4.624 dipendenti). "Attività che stanno registrando un calo del 50% del fatturato (meglio che a livello nazionale dove il crollo è intorno al 60%, ma ciò non è certo consolante) e che sono fortemente preoccupate per ciò che potrà accadere a settembre", spiega il presidente di Api, Paolo Galassi.

La paura maggiore è appunto quella di dover chiudere l’azienda, seguita dai timori per la salute propria e dei familiari (19%), per il futuro incerto (16%) o per i mancati pagamenti dei clienti (15%). "Gli imprenditori – dice Galassi – chiedono di erogare contributi a fondo perduto e non finanziamenti per far indebitare ulteriormente le aziende già provate dalla situazione. Un’emergenza va gestita con misure straordinarie e con facilità di accesso agli strumenti. I fondi ci sono, l’Europa è finalmente scesa in campo, ora gli imprenditori si aspettano che i soldi arrivino e non restino intrappolati a causa di cavilli e burocrazia".

"La tempestività è oggi un fattore imprescindibile per salvare le imprese. Tra le associate ci sono, infatti, aziende che registrano una perdita del fatturato del 70% e anche l’ultimo dei tanti decreti non ha fatto abbastanza. Alle piccole e medie imprese non servono briciole o assistenzialismo per tamponare l’emergenza ma una politica industriale che dia visione di lungo periodo, oltre a risposte chiare e immediate. Basta appunto vedere i ritardi nell’erogare la cassa integrazione, oltre alla mancanza di chiarezza e di norme univoche. Questa crisi ha fatto venire al pettine i nodi di un’economia già in crisi; lo Stato continua, infatti, a mettere le “pezze” senza credere nella necessità di tutelare il patrimonio imprenditoriale italiano e soprattutto senza investire nel fare impresa, fonte di lavoro e ricchezza per il Paese", spiega il presidente che aggiunge: "Per una piccola e media impresa la mancanza di liquidità è paragonabile ad avere un’automobile con serbatoio vuoto: sarà un’auto che non parte o che si fermerà presto".

Se alla domanda “Sul fronte liquidità, come descriverebbe la situazione della sua azienda pre Covid-19?” oltre il 74% degli imprenditori ha risposto positivamente, post Covid la situazione si è quasi ribaltata: per quasi il 65% delle imprese viene ritenuta negativa. Oltre il 39% delle aziende registra problemi di liquidità a causa degli insoluti, il 31,7% per la necessità di pagare i dipendenti, il 24,4% per i pagamenti dei fornitori. La reazione delle pmi per fronteggiare la situazione non si è fatta attendere: nelle ultime settimane, il 64,5% ha già contattato gli istituti di credito richiedendo finanziamenti per 25mila euro (50%), fino a 100mila euro (10%), da 100 a 200mila euro (5%), da 200 a 300mila euro (15%), da 500 a 750mila euro (5%), da 750mila a 1 milione (10%); superiore al milione (5%). La maggior parte degli imprenditori (60%) ha optato per un finanziamento di 72 mesi, il 20% per 48 mesi, di 36 mesi il 15%, mentre inferiore a 24 mesi per il restante 5%.

Ma il rapporto con le banche non è semplice. "Spesso era difficile ottenete finanziamenti prima, figuriamoci adesso. Deve essere lo Stato a erogare direttamente il denaro. E lo deve fare celermente. E i soldi dell’Europa? Servono subito non nel 2021 altrimenti sarà come dare una medicina a una persona che è ormai morta. Inutile. Occorre che il Governo agisca concretamente e tempestivamente come fanno da sempre gli imprenditori", conclude Galassi.