CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Sei a rischio ludopatia? Te lo dice lo smartphone

Un'applicazione aiuta a valutare la dipendenza

Lotta alle slot

Lotta alle slot

Monza, 3 dicembre 2015 - Un questionario per valutare il proprio rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo. E’ l’App per smartphone Ludy, progettata da Spazio Giovani di Monza.

Una volta installata sul cellulare, permette di accedere a un test, anonimo e gratuito, per valutare il proprio grado di rischio rispetto all’azzardo: un passaggio importante, che spesso giocatori e famigliari non vogliono compiere, per vergogna, imbarazzo o paura.

È stata finanziata nell’ambito del progetto Il Nostro Gioco a cura di Regione Lombardia e Asl Monza e Brianza. È una delle iniziative No slot messe in campo da Asl e Comuni contro il gioco d’azzardo.

Il territorio di Monza e Brianza ha ottenuto 167mila euro (di 3 milioni messi a bando dalla Regione) per finanziare iniziative che hanno come capofila i comuni di Monza, Agrate, Cavenago e Carnate, per oltre 70 soggetti coinvolti.

La percentuale dei giocatori patologici va dall’1,5 al 2% della popolazione generale.

"Su una Asl di 850 mila utenti - fa presente Matteo Stocco, direttore dell’Asl Monza Brianza - sono circa 15mila i potenziali giocatori patologici".

Il dipartimento poltiche antidroga ha in carico fino a fine novembre 188 pazienti, "ancora pochi rispetto ai 3500-4000 pazienti in carico per tossicodipendenza e alcol, perché il gioco è ancora visto come un “vizio” e non come una malattia", fa osservare Maurizio Resentini, direttore del Servizio Tossicodipendenze.

"Abbiamo approvato all’unanimità la legge regionale 8/2013 per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico - ricorda Viviana Beccalossi, assessore regionale con delega alla Ludopatia - ma più importante è la sensibilizzazione e la prevenzione".

Spazio Giovani ha condotto un sondaggio (500 questionari a 463 candidati di 23 classi di 7 scuole superiori): il 2.5% gioca e ha mentito ai familiari per giocare e il 5.7% ha speso i soldi del pranzo o dell’autobus. A rischio anziani, donne e disoccupati.