Expo, i conti in sospeso delle Vie d’acqua: per il tratto sud fattura da 13 milioni

Maltauro ha finito un quinto dell’opera, aperto il dossier extracosti con gli organizzatori e l'Anac di Raffaele Cantone

Lavori per le vie d'Acqua in via Bolla

Lavori per le vie d'Acqua in via Bolla

Milano, 8 ottobre 2015 - Tredici milioni di euro per 2,5 chilometri circa di tubo. Tanto è costato l’unico tratto finora costruito della via d’acqua sud, il canale sotterraneo che avrebbe dovuto collegare l’Expo alla Darsena di Milano e che ora è fermo molto più a nord, allo scarico nel fiume Olona. Circa un terzo del valore iniziale dell’infrastruttura, 45 milioni di euro, per un segmento che è poco meno di un quinto della lunghezza complessiva, 11 chilometri. E al netto degli extracosti che l’impresa costruttrice, la vicentina Maltauro spa, sta negoziando con i vertici dell’Esposizione universale e con l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). La fattura da 13 milioni di euro è una delle pezze giustificative al centro della trattativa. La cifra, tuttavia, indica soltanto l’investimento per costruire il primo lotto del canale sotterraneo e non comprende anche le spese lievitate che Maltauro reclama da Expo.

Non è chiaro quale sarà la destinazione di questi ricavi, perché a novembre dello scorso anno, dopo che la magistratura aveva acceso i riflettori sulla commessa, il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, aveva spedito due commissari a vigilare sull’appalto, accantonando gli utili. L’obiettivo di Expo e Anac è chiudere prima del 31 ottobre la transazione con Maltauro, che comprende anche gli extracosti sulle aree di servizio del sito, così come quelle con Mantovani per la piastra e con la Cooperativa muratori e cementisti per la rimozione delle interferenze, per varare infine il bilancio definitivo delle entrate e delle uscite della manifestazione. A quel punto toccherà al Comune di Milano sciogliere le riserve sul futuro del canale: lo scarico all’Olona, infatti, è stato presentato come una soluzione temporanea per far defluire l’acqua dal sito di Rho, tuttavia il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, si è chiamato fuori dalle file dei prosecutori dell’opera.

Presentate in pompa magna come il naviglio del terzo millennio, con barche e turisti su e giù dalla diga di Pamperduto alla Darsena di Milano, le vie d’acqua sono state uno dei punti di forza delle candidatura del capoluogo lombardo a città dell’Expo. Ma del progetto iniziale, tra costi esplosi, inchieste giudiziarie, ritardi e proteste dei comitati cittadini «No Canal», non è rimasto che un lungo tubo di scolo. Rispetto ai 42,5 milioni di euro del primo appalto per un canale a cielo aperto, che Maltauro si era aggiudicata con uno sconto del 23%, per il progetto interrato se ne aggiungevano altri tre: 45 milioni di euro, mai spesi del tutto però, perché le ruspe si sono fermate prima.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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