A LEZIONE DI DIALETTO - Quella tradizione del 13 marzo

“El Tredesin de Marz” divenne una festa tipicamente milanese, molto radicata nella storia antica della città. Da dove deriva questa tradizione? Ecco la spiegazione di GIANFRANCO GANDINI

"Tòcch de Milan"

"Tòcch de Milan"

Milano, 12 marzo 2016 - Continuiamo nella disamina delle vocali e dei gruppi vocalici per definirne la pronuncia. Oeu- è una sillaba sempre tonica e si pronuncia come la eu in francese (jeune). È aperta e breve nei singolari (poeù, el fasoeù) oppure lunga e chiusa in genere nei plurali (i fasoeú). U – si pronuncia molto chiusa come la u francese o la ü tedesca; è breve se seguita da due consonanti (frùtta, tùtti), lunga se seguita da una sola consonante (múr, scúr) o in doppia finale (bevuu). Si pronuncia invece come la u italiana quando è preceduta dalla g o dalla q e seguita da altra vocale (quaderno, guant, quader) e nel dittongo au (aurora, autorità). Unica eccezione è autor che si pronuncia con la u stretta.

“El tredesin de Marz”, la pietra circolare con incise tredici linee a simboleggiare il 13 marzo, era custodita in San Dionigi, a Porta Venezia, successivamente venne incassata nel pavimento della Chiesa di Santa Maria del Paradiso. La tradizione vuole che nel 51, (52 o 53 secondo le varie versioni) Giuseppe da Cipro divenuto Apostolo subentrando a Giuda Iscariota, venisse a Milano per diffondere la dottrina cristiana, ricco solo di una sacca, una scodella e un bastone, bastone che usa come una rudimentale croce, fissando un altro pezzo di legno di traverso.

A Giuseppe che liberatosi di tutti i suoi averi, facendone dono agli Apostoli, fu attribuito il nome di Barnaba. Barnaba però non entra in Milano per non incorrere nell’obbligo di dover sacrificare agli dei pagani. Inizia a predicare e a fare proseliti, restando ancora fuori le mura, finché il 13 marzo predica il Vangelo nelle adiacenze delle mura di via Marina, a Porta Orientale e pianta il suo bastone, ora simboleggiante la Croce, in una pietra circolare sulla quale sono incise tredici linee, convergenti verso un foro centrale: “El Tredesin de Marz” e in quel luogo sarebbe poi sorta la basilica di Sant’Eustorgio. Si narra poi che mentre Barnaba portava in processione i suoi proseliti attorno alle mura, le statue degli dei pagani si sgretolassero al suo passaggio, consentendogli così di entrare finalmente in Milano senza più tema di dover sacrificare. Il 13 marzo divenne, nel 313 con l’Editto di Costantino, una festa tipicamente milanese, favorendo la nascita della Fiera dei Fiori che oggi si svolge in via Crema, quasi a ricordare la leggenda di San Barnaba. Sembra storicamente provato infatti che San Barnaba non arrivò mai a Milano...

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