Stupratore seriale in bicicletta condannato a 20 anni in Cassazione

Sameh El Melegy avvicinava in bicicletta le sue vittime e dopo averle importunate le aggrediva violentandole e infine derubandole di telefonini e braccialetti

Un’immagine diffusa dai carabinieri, la bici fu riconosciuta dalle vittime per il particolare parafango rialzato della ruota posteriore

Un’immagine diffusa dai carabinieri, la bici fu riconosciuta dalle vittime per il particolare parafango rialzato della ruota posteriore

Milano, 28 luglio 2015 - Le violentava e poi le derubava, le sue vittime sono state decine di giovani donne a Milano. Ora è stata confermata in Cassazione la condanna a 20 anni di reclusione per un egiziano accusato di aver aggredito le sue vittime spesso mentre facevano jogging, e anche derubarle di cellulare, orologi e catenine. La Suprema Corte - si legge nella sentenza 33008 depositata oggi dalla Terza sezione penale - ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della difesa dell'imputato, Sameh El Megey (31 anni), che chiedeva la riduzione della pena inflittagli con rito abbreviato dalla Corte di Appello di Milano il 26 maggio 2014.

Senza successo, lo stupratore seriale, con il ricorso in Cassazione, ha cercato di sostenere che il suo unico obiettivo era quello di derubare le vittime e di averle violentate solo perchè era sotto l'effetto di droghe assunte «per darsi coraggio» nel mettere a segno le rapine. I supremi giudici lo hanno anche condannato a versare mille euro alla cassa delle ammende e a pagare le spese sostenute dalle parti civili. Nel processo si era costituito anche il Comune di Milano. Nel capoluogo lombardo sono avvenute tutte le aggressioni, la prima nel 2010, le altre tra il gennaio e il luglio del 2012. L'uomo è stato riconosciuto dalle vittime ed è stato anche ripreso da alcune telecamere. Inizialmente all'imputato - ripercorre il verdetto della Cassazione, presidente Claudia Squassoni - sono state contestate 45 imputazioni: solo per tre capi di accusa è stato assolto, per altri due capi di imputazione l'accusa è stata riqualificata in tentativo di violenza. L'uomo agiva prevalentemente di sera, accostandosi in bicicletta a giovani donne, sorprese sole e in località isolate, alle quali diceva frasi del tipo «voglio solo scopare». In alcuni casi, dopo la violenza, le rapinava di quanto avevano per poi rivenderlo a dei ricettatori, individuati anche loro. Parte della refurtiva, oggetti privi di valore, è stata ritrovata nella casa dello stesso El Megey. 

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