Hellvisback, Salmo e il rap anticonformista che fa sold out ovunque

Che indossi la maschera o un semplice snapback, il rapper di Olbia riesce sempre a catturare l’attenzione di chi guarda e di chi ascolta. E’ stato così anche per “Hellvisback”, questa sera live a Trezzo sull'Adda di FRANCESCA NERA

Il rapper Salmo

Il rapper Salmo

Milano 7 maggio 2016 - Sarà colpa del suo background un po’ punk o sarà merito della sua indole ostinata. Resta il fatto che il rap di Salmo è riuscito ad arrivare proprio a tutti, senza alcun compromesso. Che indossi la maschera hardcore degli esordi o un semplice snapback, il rapper di Olbia riesce sempre a catturare l’attenzione di chi guarda e di chi ascolta. E’ stato così anche per “Hellvisback”, l’ultimo album dell’artista uscito lo scorso 5 febbraio per Sony Music, disco d’oro a una sola settimana dalla sua pubblicazione.

Un progetto interamente suonato a cominciare dal botta e risposta fra chitarra e batteria del singolo “1984” per arrivare al tripudio rock di “Bentley vs Cadillac” fino al rullante in levare stile reggae di “Il Messia” (i due brani che tra l’altro ospitano Travis Barker, batterista dei Blink 182). Un disco in cui la musica sembra valere più di mille parole, in pieno disaccordo con quel sistema che da sempre regola un genere come il rap. 

"Hellvisback", l'ultimo album di Salmo

“Hellvisback” è stato concepito per il palco tanto che, i biglietti del concerto stasera (sabato 7 maggio) al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (Milano), sono andati a ruba in pochissimi giorni e le precedenti date in giro per l’Italia hanno registrato tutte quante il sold out. Nonostante il rapper sardo si sia concentrato molto - insieme a Low Kidd (giovane produttore milanese di casa Machete) - sulla parte musicale, l’album non manca della classica abbuffata di rime in stile Salmo. Innumerevoli i virtuosismi linguistici fedeli alla sua scrittura errabonda, a tratti psicotica. Un divagare di parole che non necessariamente veicolano un messaggio, un labirinto verbale che però trasforma la sua voce roca in uno strumento musicale imprescindibile per ognuna delle tracce.

Tredici brani in cui la soglia dell’attenzione di chi ascolta è monitorata passo dopo passo con inversioni di rotta (come nel brano “La festa è finita” che comincia con un delicato giro di chitarra e si chiude con un beat frenetico) o con pezzi brutalmente troncati (accade in “7 am” che finisce proprio sul più bello) o ancora che sottendono una traccia nascosta (in “Peyote” un minuto abbondante di puntina sul giradischi separa una sezione strumentale da una gag a sorpresa sul mondo della discografia).

Chiamato da Jovanotti ad aprire il suo tour negli stadi 2015 e reduce dal palco romano del concerto del primo maggio, Salmo è uno dei pochi artisti che riesce a mettere d’accordo appassionati di musica rap, metal, punk, hardcore e rock, riuscendo a risultare credibile per ognuno di questi generi. “E’ importante ciò che lasci non la conclusione”, canta in “1984”. Ma il suo spirito tenace e controcorrente fanno presagire un epilogo tutt’altro che effimero per la sua musica.  Sabato 7 maggio, al Live Music Club di via Mazzini a Trezzo Sull’Adda (Milano), ore 21.30.

francesca.nera@ilgiorno.net

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