Brahmino, il fotografo italiano più seguito su Instagram: "Così lavoro in tutto il mondo"

Multinazionali di tutto il mondo si contendono le foto di Simone Bramante, il fotografo professionista più seguito si Instagram con ben 750mila follower in continua crescita

Simone Bramante in una foto del suo Instagram

Simone Bramante in una foto del suo Instagram

Milano, 14 maggio 2016 – Un suo flash raggiunge 750mila "igers" in un colpo solo, la sua foto più cliccata ha un milione e mezzo di “like”, le sue mille immagini contano minimo 15mila consensi ciascuna. Sono i numeri di “Brahmino”, nickname di Simone Bramante, fotografo professionista italiano più seguito su Instagram. Nato a Siracusa, cresciuto a Finale Emilia, studi in Lettere a Bologna e oggi progetti in tutto il mondo, il 38enne Bramante è “un uomo, papà, fotografo con casa in Italia e lavoro in sei continenti” e naturalmente in "gran parte anche a Milano". Come direttore creativo è un’avanguardia nel mondo della pubblicità: Ford Usa, DiSaronno, Ducati, Volvo, Absolut, Maserati, Samsung, Unicredit, Hotel Marriot e altri brand lo hanno notato grazie alle sue foto su Instagram e se lo contendono per l’abilità in storytelling (COS'E'? LEGGI L'ARTICOLO) e per la sua ampia audience di seguaci. Noto sui media per la serie “Mind the clouds”, fondatore del collettivo “What Italy is”, la sua carriera è Simone Bramante in un'immagine dal suo profilo Instagramdiventata un paradigma per gli studenti di Fotografia dell’Istituto europeo di Design di Milano, ai quali ha raccontato la sua storia, in un incontro organizzato dall'associazione nazionale Fotografi professionisti Tau Visual.

Bramante, ci sveli subito il segreto per diventare "re di Instagram". “Le foto devono avere un messaggio, raccontare uno stato in modo autentico ed essere cariche di luci, colori, emozioni. Ma questo vale per me. Ci sono profili di successo che non comunicano emozioni ma uno stile di vita, come quelli dei ‘traveller’ o delle starlette del fashion. Il mio consiglio è pensare alla foto che stai per scattare e ‘farla meglio’ per staccarsi dai ‘trend’ in voga”.

Lei è un professionista, da quanto tempo fotografa? “Ho iniziato mentre studiavo all’università di Bologna. A 19 anni ho iniziato a lavorare con un'agenzia di comunicazione, il rapporto con l'agenzia è durato 15 anni. Fotografavo con macchine ‘consumer’ di scarso valore a pellicola, ma andavo in giro con fotografi più grandi ed esperti”.

Quando è arrivata la svolta digitale e ‘social’? “Nel 2009. Quando è nato mio figlio mi hanno fatto il regalo più bello della mia vita: una Canon 1000. Ho iniziato a sperimentare foto di strada in bianco e nero con tutto quello che vedevo. Il 2011 è stato l’anno di Instagram. Fino ad allora non avevo nemmeno uno smartphone. Comprai un iPhone solo per la curiosità di fotografare con il telefonino e sperimentare il linguaggio dei social”.

Simone BramanteCom’è andata? “All'epoca su Instagram gli utenti condividevano foto ‘a caso’ sulla propria quotidianità. Il mio primo 'post' fu quello di un bicchiere di plastica del caffè, poi cancellata. Mi sentivo in colpa per non usare la fotocamera, tanto che andavo in giro con l'uno e l'altra. Per alcuni fotografare con il telefonino è uno scempio. A loro rispondo però che Cartier Bresson, uno dei miei modelli, usava una Leica e veniva criticato di ‘sacrilegio’ dai fotografi che lavoravano ancora con il banco ottico”.

Si può dire che ha usato Instagram come LinkedIn? “No, semai l'ho usato come 'portfolio'. Trovare lavoro sui canali digitali è un classico e quando diventi un profilo ‘influente’ le aziende ti cercano, come è stato nel mio caso. A lungo i miei follower sono stati i miei unici ‘committenti’, finché non sono finito tra i profili suggeriti da Instagram a metà 2012. Da allora ho iniziato a ricevere maggiore attenzione dagli Stati Uniti”.

Quando è avvenuta la svolta professionale? “Il primo lavoro importante è arrivato nel luglio 2013 con DiSaronno. In quel caso avevo il controllo creativo di tutto e ho realizzato una composizione molto concettuale in tre foto che si inseriscono senza traumi nella mia ‘timeline’ di esperienze su Instagram. Il vero cambiamento è avvenuto nel dicembre 2013, quando mi ha chiamato Ford Detroit. È stato allora che ho perso la mia verginità…”

Prego? “Ho dovuto realizzare per Mustang le prime foto di prodotto, tanto che alcuni 'seguaci' su Instagram restarono delusi. Ero stato scelto in un gruppo di 6 persone su 100 candidati per il lancio dell'automobile a Hollywood. Quell’email arrivata all’1 di notte ebbe lo stesso effetto di tre caffè. Sono volato a Detroit. Le foto per Ford Mustang sono andate su Good Morning America e in Abc ma i miei follower si sono accorti subito del cambiamento nel mio profilo e si sono chiesti: ‘Stanno davvero vendendo un’auto?’. La domanda che fui costretto a pormi fu: ‘Lavoro commercialmente o no? Come lo comunico a chi mi segue?’”.

Che risposta si è dato? “Ho deciso che avrei raccontato sul mio canale l’esperienza che stavo vivendo con Ford Mustang. In seguito ho scelto di attenermi a un manifesto personale, rifiutando anche dei lavori. È Simone Bramanteaccaduto ad esempio quando mi hanno proposto di fotografare il Cognac Luis XIII. Non riuscivo a interpretarlo e a collocarlo in un racconto personale autentico e coerente con i miei valori, il mio passato. Al contrario il fotografo Dan Rubin ha portato a termine lo stesso lavoro. Essendo americano è riuscito a farlo proprio e a introdurlo nella sua 'timeline'. È una questione culturale”.

Dopo il lavoro con Ford Usa cosa è successo? “Ho avuto altri incarichi da diversi brand. Nel caso di Scrambler Ducati abbiamo unito interesse e valori del mondo offroad Scrambler alla mia idea di fotografia su una linea temporale importante. Così ho viaggiato in moto fra Parigi, Los Angeles e la Thailandia, incontrando vari colleghi con cui ho potuto fare network. Dalle foto pubblicate sul mio Instagram è emersa così una relazione autentica tra la persona e il prodotto”.

Altri casi? “Con Volvo ho girato sei città europee in due settimane, realizzando foto di prodotto in mezzo a città trafficate come Amsterdam oppure all’interno di un contesto forte, dove prevalgono forme e colori, come le strade di montagna in Svizzera. In altri casi gli utenti affezionati a un brand pretendono invece foto di prodotto. Succede con Maserati, Nike, Vans o Alfa Romeo. Un utente ad esempio ha commentato: ‘Basta con questa robaccia artistica: fateci vedere la macchina’, nel caso di una mia foto per Alfa Romeo. Allora lì deve 'parlare' l’azienda”.

‘Mind the clouds’ è la serie sulle nuvole che l'ha reso famoso. Come è nata? “Sono foto nate nel 2013, nel tragitto casa-ufficio. Erano i miei unici momenti liberi nel corso della giornata. Scendevo dall’auto e scattavo, senza preoccuparmi se tardavo agli appuntamenti in agenzia. La serie si intitola ‘Mind the clouds’ e ha un messaggio esplicito di leggerezza, con scelte cromatiche e soggetto uniforme. È stata utilizzata per un marchio di caffè e vari brand tuttora mi Una foto scattata da Simone Bramantechiedono di rifare la stessa foto”.

Qual è la sua foto più cliccata? “Quella scattata con mio figlio mentre combattiamo in un campo con finte spade laser. Siamo sospesi e sullo sfondo c’è il radioscopio più grande d’Europa a Medicina, vicino Bologna. Ha avuto 1,5 milioni di like su Instagram. e' un autoscatto scelto fra altri 60. Credo che piaccia perché rimanda a Guerre stellari e poi c’è un tema affettivo”.

Quali programmi utilizza per la postproduzione? “I miei preferiti sono Vscocam e Vscofilm”.

Uomo, papà, fotografo. Non crede che la sua esperienza di vita sia ‘in vendita’ insieme alla sua ‘timeline’? “Non credo. Tutti abbiamo una vita e tutti lavoriamo per delle aziende. Tutti compriamo e lo stesso faccio io. Solo, ho la fortuna di lavorare in questo mondo, in relazione ai valori in cui credo”.

Per lavoro viaggia tantissimo, ora dove si trova? “Sto andando a Budapest per scattare i ritratti di una serie televisiva della Nbc. Non so se vedrete qualcosa sul mio profilo e ora devo andare”. Arrivederci su Instagram. daniele.monaco@ilgiorno.net

 

{ 24h in Budapest } • This city looks very fascinating at the blue time. #LeicaSL Next Stop NY.

Una foto pubblicata da Simone Bramante (@brahmino) in data:

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro