Ruby ter, sentito come teste il collaboratore di Nicole Minetti

All'amico dell'ex consigliera regionale lombarda sarebbero state fatto domande anche sull'elevato tenore di vita della ragazza. Alla luce di questa testimonianza, gli investigatori potrebbero sospettare che anche lei riceva denaro da Silvio Berlusconi come le altre 21 ragazze perquisite due giorni fa. I pm cercano tracce del 'misterioso interrogatorio' di Ruby

Nicole Minetti

Nicole Minetti

Milano, 19 febbraio 2015 - Continuano le indagini rigurdanti il 'Ruby ter'. Nelle scorse settimane, Luca Pedrini, collaboratore e amico di Nicole Minetti, e' stato ascoltato come persona informata sui fatti.  L'ex consigliera regionale lombarda non e' indagata nel nuovo filone di indagine scaturito dalle motivazioni delle sentenze dei processi Ruby uno e Ruby bis, quest'ultimo concluso in appello con la sua condanna a 3 anni di carcere (5 in primo grado). A quanto si è appreso a Pedrini, già collaboratore di Minetti al Pirellone e piu' volte 'paparazzato' con l'ex show girl, sarebbero state fatte domande anche sull'elevato tenore di vita tenuto dall'amica. Alla luce di questa testimonianza, gli investigatori potrebbero sospettare che anche Minetti riceva denaro da Silvio Berlusconi come le altre 21 ragazze perquisite due giorni fa e accusate di corruzione in atti giudiziari.  Pedrini è anche amico di Melania Tumini, la giovane considerata teste chiave dell'accusa nell'inchiesta Ruby. Intanto, le difese di alcune delle giovani ospiti ad Arcore stanno pensando di ricorrere al Tribunale del Riesame contro il sequestro di denaro e telefonini alle loro assistite. 

Con le perquisizioni avvenute nei giorni scorsi, nel corso delle quali sono stati sequestrati documenti e materiale informatico alla marocchina e al suo ex avvocato Luca Giuliante, investigatori e inquirenti sono alla ricerca, da quanto si è saputo, anche di tracce ed elementi sull'"anomalo interrogatorio" di Karima El Mahroug avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre del 2010, alla presenza, come risultò da un'intercettazione, di Lele Mora, di Giuliante, di "un emissario di Lui" e di una persona che verbalizzava. Mentre dalle indagini effettuate in questi mesi dalla sezione di polizia giudiziaria è emerso che Silvio Berlusconi avrebbe fatto avere soldi in contanti per centinaia e centinaia di migliaia di euro alla marocchina e a un'altra ventina di ragazze, le perquisizioni a carico di Ruby e dell'avvocato Giuliante, presunto gestore delle sue richieste all'ex premier, dovrebbero servire per trovare documenti su quel misterioso 'interrogatorio'. Come hanno scritto i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado sul caso 'Ruby 2', l'avvocato Giuliante, infatti, avrebbe rivelato poi a Berlusconi il contenuto dell' interrogatorio a cui la giovane venne sottoposta. E l'ex premier "a sua volta rendeva partecipi delle notizie apprese vari personaggi del suo entourage, tra cui Nicole Minetti". Nell'interrogatorio a Karima vennero chieste notizie coperte da segreto istruttorio, ossia quello che aveva raccontato qualche mese prima ai pm milanesi. E sempre secondo le motivazioni, le "risultanze" del processo a carico di Fede, Mora e Minetti "comprovano" che Ruby, dopo il 7 ottobre 2010, giorno dell'interrogatorio, "era in attesa di ricevere la ricompensa promessa pari a circa cinque milioni di euro" da Berlusconi.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro