Con la tassa sulle lucciole 300 milioni alla Regione. Ma il progetto è congelato

Appello del Carroccio che spinge per far entrare in agenda il progetto di legge regionale fermo da un anno: "Le risorse potrebbero essere impiegate nel sostegno al lavoro e nei servizi socio-sanitari" di Stefania Consenti

Una prostituta in strada

Una prostituta in strada

Milano, 8 aprile 2015 - Tassare la prostituzione e con il ricavato coprire i costi per garantire la salute di chi esercita questa attività, ma anche «sostenere le associazioni che aiutano le ragazze, vittime della tratta, a cambiare vita». Mentre a Roma riparte da un gruppo trasversale di 70 deputati e senatori la battaglia per riformare la legge Merlin, in Lombardia il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega) spinge per far calendarizzare in Commissione Bilancio il progetto di legge di cui è primo firmatario. Progetto che si è arenato da un anno e che - se attuato - porterebbe nelle casse della Regione oltre 300 milioni di euro all’anno. «Tutte risorse che potrebbero essere impiegate per il sostegno al lavoro e per i servizi socio-sanitari», non si stanca di ripetere Cecchetti. «Sono stufo di quanti dicono che si vuole guadagnare sfruttando il corpo delle donne, quelli che si girano dall’altra parte, preferendo invece non vedere a quale tipo di violenza sono sottoposte tante ragazze costrette a prostituirsi in strada, controllate da gruppi criminali organizzati. Vogliamo risolvere il problema o far finta di niente? È chiaro che si tratta di un tema delicato, che tocca le sensibilità di ognuno di noi, ma se va in discussione sono disposto a sostenere un dibattito politico ampio».

Senza considerare che ci sono escort ormai famose, come Efe Bal, che desiderano pagare le tasse ma non possono. Altre non la pensano così. Comunque non c’è norma che disciplina questi redditi e quindi, come dimostra il caso di Chris Molinari, in arte Lady Pantera, trans dei vip, al quale la commissione tributaria di Bolzano ha dato ragione contro l’Agenzia delle Entrate, per chi non paga «non ci sono nemmeno sanzioni». Cecchetti insiste: «Per questo dobbiamo fare una legge».

Il provvedimento proposto dalla Lega istituisce un “registro” di chi esercita la prostituzione in Lombardia, e l’iscrizione è condizione indispensabile per accedere ai servizi socio-sanitari. Si prevede un’aliquota del 40% sui guadagni annuali dichiarati dalla prostituta. Il provvedimento – 11 articoli – prevede l’obbligo, da parte del soggetto «esercente l’attività di meretricio», di tenere un registro sulle quietanze di pagamento, che dovrà garantire l’anonimato del beneficiario della prestazione sessuale. Per chi evaderà o pagherà in ritardo la tassa è prevista una sanzione dal 100 al 200% del dovuto. Secondo le stime, in Lombardia esercitano circa 4.500 “lucciole”, metà delle quali a Milano. Un mercato che a livello nazionale sfiora i 4 miliardi di euro l’anno. «La nostra proposta – conclude Cecchetti – oltre a regolarizzare l’attività col Fisco, consente di stroncare lo sfruttamento della prostituzione e garantire maggior sicurezza e condizioni igienico-sanitarie. Questa mi sembra una battaglia di civiltà». Il Forum sulla prostituzione milanese (Cgil, Cisl, Uil e Caritas), invece, non vuole sentire parlare di “zone a luci rosse”. «Assecondare il senso comune di non voler vedere per strada prostitute e prostituti rischia di proporre un rimedio peggiore del fenomeno che a parole si vuole combattere».stefania.consenti@ilgiorno.net

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