Un microchip per multare in automatico chi lascia l’auto in sosta vietata

Ricorrere alle migliori tecnologie del momento per aiutare i cittadini a trovare parcheggio in città, ma anche per individuare e stangare in tempo reale i furbetti della sosta, quelli che una volta occupate le strisce blu, spento il motore e chiusa la portiera, se ne vanno senza pagare. Questo il piano annunciato dall’assessore Maran di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Un vigile urbano al lavoro (Newpress)

Un vigile urbano al lavoro (Newpress)

Milano, 29 aprile 2016 - Ricorrere alle migliori tecnologie del momento per aiutare i cittadini a trovare parcheggio in città, ma anche per individuare e stangare in tempo reale i furbetti della sosta, quelli che una volta occupate le strisce blu, spento il motore e chiusa la portiera, se ne vanno senza pagare. Questo il piano annunciato ieri dall’assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran. Oggi a Milano si contano 295.500 stalli, 81.500 dei quali a pagamento, ovvero delimitati dalle strisce blu. La stragrande maggioranza delle aree tariffate - ben 78.650 - sono gestite da Atm, che per i controlli può contare sui suoi ausiliari oltre che sugli agenti della polizia locale. Il contratto tra il Comune e Atm scade, però, il 30 aprile del 2017, tra un anno esatto. Ed è allora che, urne permettendo, Maran vuole attuare «la rivoluzione della sosta intelligente»: rimettere a gara la gestione del servizio obbligando chi voglia candidarsi al bando a garantire l’utilizzo di tecnologie capaci di ridurre il tempo di ricerca del parcheggio e facilitare l’individuazione dei “furbi”.

Non un’invenzione made in Milano, a dirla tutta. Ci si ispira ai modelli di San Francisco, Londra e anche Nizza. L’idea base è installare nell’asfalto, lungo le strisce che delimitano lo stallo, dei sensori capaci di rilevare la presenza dell’auto e dialogare con smartphone, tablet e computer in modo che gli automobilisti, ma anche la polizia locale e il Comune, attraverso semplici applicazioni possano sapere in tempo reale quanti parcheggi sono occupati e dove. «Se un automobilista sa in anticipo che nella tal via i posteggi sono quasi tutti pieni, si dirigerà automaticamente nella via più vicina dove c’è posto - spiega Maran -: questo significa guadagnare tempo, oggi il 30% del tempo passato in auto si deve infatti alla ricerca del parcheggio». I sensori permetteranno poi di raccogliere, via per via, dati certi sul tasso di occupazione dei posteggi e di confrontarli con quelli sugli incassi della sosta, in modo da capire dove si evade di più e dove conviene inviare i controlli e comminare multe.

Attenzione, però: vi sono anche sensori che, con l’ausilio di telecamere e altri sistemi di lettura, permettono di sapere in tempo reale se l’automobilista ha pagato o no. Contromisure all’orizzonte anche per chi occupa illecitamente gli stalli riservati a disabili, residenti e al carico-scarico merci. Per disabili e carico-scarico l’idea, già in sperimentazione, è installare sui mezzi un microchip che dialoga col sensore sullo stallo e possa essere da questo riconosciuto. In caso contrario, scatta la sanzione. Per tutelare i residenti si pensa, invece, ad un pass informatizzato che funzioni come il microchip di cui sopra. Il tasso di evasione delle tariffe della sosta è intorno al 50% in centro (uno su due non paga) e raggiunge punte del 70-80% in periferia. L’incasso è in media di 1,9 milioni di euro all’anno. La metà di quel che si potrebbe incassare. Basti pensare che la svolta delle tessere e degli abbonamenti varata dal Comune a metà 2013 si proponeva proprio di fidelizzare gli automobilisti e aumentare l’incasso annuo dei parcheggi di 2 o 3 milioni di euro. Sul fronte della mobilità sostenibile Share’ngo, il servizio di car sharing del tutto elettrico, ieri ha fatto sapere di voler raggiungere entro l’autunno le 800 auto, diventando così la più numerosa tra le flotte delle auto in condivisione.

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