Expo, tutti gli occhi su Padiglione Italia: Cantone scrive ai costruttori. Ed è allerta sui lavori del Cardo

Arrancano i cantieri: la consegna avverrà all’ultimo minuto. Entro la fine della settimana il verdetto finale sul commissariamento

Prosegue il montaggio dell’Albero della vita

Prosegue il montaggio dell’Albero della vita

Milano, 24 marzo 2015 - Ieri mattina l’avviso è arrivato agli uffici di Italiana Costruzioni, la società che ha vinto la gara del Padiglione Italia: l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha avviato il procedimento ex articolo 32 del decreto legge 90/2014. In altre parole, le «misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio di imprese nell’ambito della prevenzione della corruzione». Dopo che l’inchiesta della Procura di Firenze sul sistema grandi opere ha acceso un faro anche sull’assegnazione dei 24,2 milioni di euro di lavori del Padiglione Italia, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, è corso ai ripari per blindare l’infrastruttura che rappresenta il Belpaese all’Expo. Domenica il magistrato ha incontrato il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, e ieri è stata spedita la notifica.

Italiana Costruzioni ha tre giorni a disposizione per mettere nero su bianco una memoria di risposta. Inoltre, Cantone ha in agenda un incontro con gli avvocati dell’impresa. Nella seconda metà della settimana arriverà il verdetto sui provvedimenti da adottare per casa Italia. Cantone può scegliere fra tre misure, che poi sottoporrà al prefetto. Si tratta del commissariamento, già sperimentato sulle Vie d’acqua, del cambio dei vertici statutari e del monitoraggio. Quest’ultimo pare il più accreditato, poiché ha tempi burocratici più rapidi rispetto al primo e, di conseguenza, non intralcerebbe la tabella di marcia del cantiere.

Secondo il sito Open Expo, il palazzo nazionale non sarà consegnato prima del 30 aprile. In pratica, giusto in tempo per l’inaugurazione. Per la volata finale gli operai destinati all’infrastruttura hanno superato quota 500 e si procede su tre turni. I tempi sono stretti, le facce tirate. Partiamo da Palazzo Italia: mentre all’esterno si copre la facciata con pannelli in cemento di ultima generazione, all’interno si realizzano in parallelo gli allestimenti. «Siamo abbastanza in recupero – dichiara Massimo Recalcati, responsabile della fase esecutiva di Padiglione Italia per conto di Metropolitana milanese –. Il programma è compatto». Per questo preoccupa l’eventuale rallentamento dovuto all’arrivo di un commissario. Tanto che negli ambienti tecnici era circolata l’ipotesi di un’apertura parziale di Palazzo Italia al primo maggio. Esclusa, per ora: «C’è un programma per consegnare quasi tutti gli spazi al pubblico», replica Recalcati.

Non c'è ancora una data fissa per l’inizio del montaggio delle scenografie sull’Albero della vita. E poi c’è allerta sul Cardo, il viale corto di Expo dove si affacciano gli spazi dell’Unione europea, la mostra sul vino e la vetrina di Regioni e associazioni di categoria. Se a nord «la Ue è dentro ad allestire da metà febbraio e Vinitaly da dieci giorni», spiega Recalcati, la parte sud è ancora uno scheletro imbrigliato nelle impalcature. L’obiettivo è di consegnare gli spazi per gli allestimenti appena possibile, come è stato per la terrazza della Martini. Tuttavia, non c’è una data fissa. E i giorni disponibili sono sempre meno.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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