Misogini, violenti e un po’ razzisti Ritratto dei milanesi secondo Twitter

Insulti alle donne, frasi omofobe: il cyberbullismo in 140 caratteri. Uno studio rivela una vera e propria mappa dell'odio di Luca Salvi

Banana antirazzista: la campagna virale su Twitter con la fidanzata di Dani Alves

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Milano, 1 marzo 2015 - A Milano, la tollerante Milano, mezzo migliaio di insulti contro le donne, 377 frasi omofobe, 182 offese razziste. E poi quelle contro i disabili (91) e le manifestazioni di antisemitismo (78). Esiste una mappa dell’intolleranza che attraversa l’Italia con i suoi tweet. Un Paese che esprime il suo cyberbullismo e la sua misoginia in 140 caratteri. E che ha i suoi picchi in Lombardia, con Milano e i suoi 1.300 cinguettii al centro di questo sconsolante primato. Con uno screening durato otto mesi (gennaio-agosto 2014), per la prima volta in Italia un team universitario ha monitorato e studiato quasi due milioni di tweet, estratti attraverso un software.

Nel progetto, promosso da Vox – l’Osservatorio italiano sui diritti, sono stati coinvolti ricercatori dell’Università Statale di Milano, dell’Università di Bari e della Sapienza di Roma. Ne è venuta fuori la Mappa dell’Intolleranza, un termometro del sentimento discriminatorio che anima le communities del Belpaese. E che è stato diviso in cinque gruppi: tweet razzisti, omofobi, misogini, antisemiti e intolleranti nei confronti dei disabili. Messaggi brevi condivisi tra un numero potenzialmente infinito di utenti, magari dietro anonimato.

«Nei 140 caratteri di Twitter comprimiamo i nostri sentimenti e urliamo emozioni, rabbie, frustrazioni che spesso non elaboriamo in altro modo», ha spiegato Silvia Brena, tra i fondatori di Vox che insieme a Marilisa D’Amico, cofondatrice, agli autori dello studio, all’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e ai consiglieri Paola Bocci e Luca Gibillini, presenterà la Mappa martedì alla Casa dei diritti. Un progetto ispirato dalla Hate Map della Humboldt State University (Stati Uniti) e che, partendo dalle parole «sensibili» di intolleranza («terrone», «giudeo» e «negro» per far tre esempi, ha permesso geolocalizzare parte dei messaggi discriminatori (circa il 2,3%) e di definire le zone, dove l’intolleranza è maggiormente diffusa, tramite 5 mappe termografiche. Quanto più «caldo», cioè vicino al rosso, è il colore della mappa, tanto più alto è il livello di intolleranza. In 4 delle 5 cartine (esclusa quella sull’antisemitismo), la Lombardia emerge in tutto il suo rossore, con al centro il capoluogo. I messaggi di odio cinguettati da Milano sono circa 1.300, per il 44% di odio contro le donne, per il 29% di omofobia, per il 14% razzisti, per il 7% indirizzati contro i disabili, e per il 6% attinenti all’antisemitismo. La Lombardia e Milano sono le più attive in misoginia, così come nei cinguettii contro disabili e razzisti, in crescita durante i Mondiali di calcio in Brasile e dopo i talk-shaw con ospiti politici. Le zone più calde del Nord per antisemitismo risultano Milano, Bergamo, Brescia, Varese e Como.

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