Caso Kroll, Tronchetti Provera: "Rinuncio alla prescrizione"

"La considero moralmente inaccettabile per un reato che non ho commesso". Il pg chiede la conferma della condanna

Il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera (ImagoE)

Il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera (ImagoE)

Milano, 17 aprile 2015 - «Rinuncio alla prescrizione, la considero moralmente inaccettabile per un reato che non ho commesso». Lo ha affermato Marco Tronchetti Provera alla Corte d'Appello di Milano nel processo milanese di secondo grado sul cosiddetto 'Caso Kroll' che in primo grado si è concluso con una condanna per l'ex presidente di Telecom e presidente di Pirelli a un anno e otto mesi per ricettazione. Reato già prescritto dallo scorso settembre, ma stamattina Tronchetti Provera con un 'colpo di scenà ha detto che rinuncia alla prescrizione. 

La vicenda riguarda i dati su Telecom contenuti nel computer di un investigatore della Kroll e poi - stando all'ipotesi accusatoria - sottratti, con un operazione di hackeraggio, dai "pirati informatici" della security di Telecom guidata da Giuliano Tavaroli. File che poi Tavaroli, sempre per l'accusa, avrebbe messo a disposizione dello stesso Tronchetti. Per il sostituto Pg Isnardi, che lo ha sottolineato nella sua requisitoria, da parte dell'allora presidente di Telecom c'era "chiara consapevolezza della natura e della provenienza di questo cd, frutto di hackeraggio", poiché "l'interesse principale dell'imputato era sapere quello che stava succedendo in Brasile per adottare le eventuali contromisure".

Ecco perché Tronchetti, secondo il rappresentante della pubblica accusa, va condannato per ricettazione anche in appello: "La ricezione di un cd contenente dati frutto di hackeraggio - ha spiegato in aula il magistrato - è ricettazione".

  

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