Spari in tribunale, chiuse le indagini su Giardiello e vigilante

La vicenda risale allo scorso 9 aprile: tre persone uccise e due ferite

Claudio Giardiello

Claudio Giardiello

Milano, 6 gennaio 2016 - Dovrà rispondere di omicidio colposo, in concorso con Claudio Giardiello, l'imprenditore che il 9 aprile del 2015 uccise tre persone e ne ferì altre due a Palazzo di Giustizia di Milano e che è accusato di omicidio premeditato, una guardia giurata in servizio al varco di San Barnaba da dove Giardiello fece entrare la pistola con cui fece la strage. Inizialmente erano tre i vigilantes iscritti nel Registro degli indagati, mentre l'avviso di chiusura delle indagini - secondo quanto riporta l'Ansa e che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - riguarda Giardiello e una sola delle guardie. 

L'indagato, è scritto nell'avviso di chiusura delle indagini della Procura di Brescia avrebbe, "in qualità di addetto alla vigilanza del pubblico che accede al Palazzo di Giustizia di Milano, per l'ingresso pedonale di via San Barnaba, mediante controllo dei colli anche con l'ausilio dell'apparecchiatura radiogena, colposamente contribuito a cagionare la morte di Erba Giorgio, Claris Appiani Lorenzo Alberto e Ciampi Fernando, attinti da colpi di arma da fuoco esplosi da Giardiello Claudio che, passando per il varco da lui controllato, introduceva nel Palazzo una pistola Beretta cal. 9x21 G.F.L. e due caricatori con almeno 12 colpi ciascuno". 

A carico del vigilante la "colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia e in particolare perché, per grave e prolungata disattenzione e per trascuratezza nel proprio lavoro, ometteva di controllare o comunque controllava inadeguatamente la valigetta che Giardiello aveva introdotto attraverso il FEP (non effettuando anche un'ispezione manuale del contenuto), così non avvedendosi - come ben avrebbe potuto- della presenza della pistola e dei caricatori, di cui non segnalava l'esistenza, per cui non compiva alcuna delle manovre necessarie per impedire l'ingresso di un uomo armato all'interno del tribunale, in modo da evitarne l'accesso anche chiedendo l'intervento di personale del locale presidio delle forze dell'ordine". Quel giorno, Giardiello, imputato in un processo per bancarotta, uccise un coimputato, un avvocato che stava testimoniando, un giudice della sezione fallimentare e ferì un altro coimputato e un commercialista. Fu arrestato qualche ora dopo. L'imprenditore, assistito dall'avvocato Andrea Dondè, ha ricevuto in carcere, nelle settimane scorse, la visita di alcuni psichiatri che dovranno valutare le sue condizioni in vista di una perizia psichiatrica.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro