Lite Galliani-Agnelli, tutti i perché dai diritti Tv al potere in Lega

Al centro c'è il ruolo di Infront nella commercializzazione degli eventi sportivi. Secondo la fazione guidata da Agnelli che vorrebbe un cambiamento c'è un presunto legame con Mediaset per lo storico che le accomuna a Fininvest di Francesca Cozzi

Adriano Galliani

Adriano Galliani

Milano, 10 febbraio 2015 - Tra tre giorni sarà di nuovo faccia a faccia tra Milan e Juventus. Dopo il colpi bassi a distanza di domenica, con comunicati, post su Twitter e interviste, Adriano Galliani e Andrea Agnelli si incontreranno nella sede della Lega Calcio per l’assemblea ordinaria. Insomma il primo confronto di persona si avrà proprio nel luogo che, negli anni, li ha visti spesso in disaccordo. Non è un caso che la Juventus si sia tanto scaldata quando l’ad rossonero si è lamentato per la gestione dei replay nell’episodio del gol di Tevez.

Lo sfruttamento commerciale degli eventi sportivi, e quindi anche i diritti tv e la gestione delle immagini, è stato terreno di scontro tra i due dirigenti da quasi un decennio. Sono due modi diversi di gestire il calcio, due visioni politiche opposte. Galliani e Agnelli sono i punti di riferimento di due fazioni di club: una che punta a mantenere gli attuali equilibri, l’altra che preferirebbe una rivoluzione globale del sistema.

Non è un caso, infatti, che Galliani insieme a Lotito abbia sostenuto con forza la corsa di Tavecchio alla presidenza della Figc, mentre Andrea Agnelli abbia chiesto con una lettera (insieme d altre società tra cui anche la Roma) il ritiro della candidatura. Il numero uno bianconero, infatti, da tempo si oppone all’asse Milan-Genoa-Lazio. Perché i tre club possono fare la voce grossa in Lega anche e soprattutto grazie all’advisor Infront Italia. Infront Italia si occupa di produzione, acquisto e cessioni di programmi tv sportivi, dell’acquisto dei diritti per lo sfruttamento commerciale e per la trasmissione radiotelevisiva di eventi sportivi e di acquisto di diritti pubblicitari, sponsorizzazione, e vendita di spazi pubblicitari.

Insomma è la società che gestisce gli introiti del calcio italiano. A metà degli anni ’90 nacque Media Partners Digital S.r.l, fondata da manager di Fininvest tra cui l’attuale presidente Marco Bogarelli, una società che si occupava di produrre eventi tv sempre legati allo sport. Nel 2006 Media Partners Digital diventa Infront Italia una controllata di Infront Sport & Media, azienda svizzera leader nella gestione dei diritti tv. Tre anni dopo (quando Galliani era presidente di Lega) Infront Italia diventa “advisor” della Lega Calcio – cioè assisterà la Lega Nazionale Professionisti nelle attività di commercializzazione, in forma centralizzata, dei diritti audiovisivi - con un contratto quinquennale, all’epoca il più grande accordo, in termini di ammontare complessivo per un singolo contratto, mai siglato nella storia del calcio mondiale pari a 5 miliardi e 400 milioni di Euro nell’arco di sei stagioni sportive .

E poiché Infront gestisce anche i diritti marketing di alcuni club di Serie A tra cui anche Milan, Lazio e Genoa, è chiaro quali dirigenti possano fare gruppo forte e compatto in Lega Calcio. Forza decisionale che non piace a Andrea Agnelli. Il presunto legame che c’è tra Infront e Mediaset, frutto dello storico che accomuna le due aziende a Fininvest, inoltre, ha portato ad ulteriori polemiche anche lo scorso anno. Basta ricordare l’opposizione delle “sette sorelle” (Juventus, Inter, Roma, Fiorentina, Verona, Sampdoria e Sassuolo – anche se va fatto notare che Thohir ha da poco firmato un accordo commerciale e di sponsorizzazione con Infront-), e la loro lettera ufficiale inviata al presidente Beretta per lamentarsi della poca trasparenza nella vendita dei diritti tv per il triennio 2015-2018. Un bando che ha creato parecchie lamentele tra Mediaset e Sky, anche in questo a caso a suon di comunicati e minacce di querele lette in diretta tv.

Non solo, perché anche l’elezione di Maurizio Beretta alla presidenza della Lega Serie A ha visto scontrarsi la fazione di Galliani (quindi Milan, insieme a Lazio, Palermo, Cagliari e Genoa) e quella di Agnelli (quindi Juventus, Inter, Roma e Fiorentina). L’ad rossonero, infatti, ha sponsorizzato Beretta, mentre il patron bianconero Abodi. La vittoria del primo candidato ha fatto sì che i suoi elettori si potessero spartire i ruoli di potere in Lega: Galliani vicepresidente, Lotito consigliere Federale, e gli altri consiglieri. Insomma la battaglia tra Milan e Juventus, si è spostata solo momentaneamente sul campo, ma è destinata a prolungarsi nelle stanze della politica ancora a lungo.

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