L'INTERVENTO L'incubo ligure

Sembrava navigare col vento in poppa e quasi non avere rivali. Invece oggi Giuseppe Sala si è accorto di non poter affatto abbassare la guardia nella sua rincorsa alla poltrona di sindaco di RUBEN RAZZANTE*

Milano, 10 marzo 2016 - SEMBRAVA navigare col vento in poppa e quasi non avere rivali. Invece oggi Giuseppe Sala si è accorto di non poter affatto abbassare la guardia nella sua rincorsa alla poltrona di sindaco. Le insidie per lui sono diverse e minacciose. La candidatura di Stefano Parisi ha ricompattato il centrodestra e risulta fortemente competitiva, considerato il profilo manageriale dell’ex direttore generale del Comune di Milano, che ha già detto di voler coinvolgere nella sua squadra, con ruoli da definire, sia Gabriele Albertini che Letizia Moratti. Ma a preoccupare il candidato Pd è soprattutto la conflittualità a sinistra. Francesca Balzani ha annunciato che non guiderà la lista arancione, il che suona come un disimpegno. Il numero uno di Expo può vincere solo se le tre liste forti che dovrebbero sostenerlo (dem, arancione e la lista civica col suo nome) faranno il pieno di consensi.

PER QUESTO occorre che siano guidate da personalità attrattive. Nell’area che fa capo al sindaco Pisapia la Balzani sarebbe stata certamente la più gradita. Ora c’è il rischio che una parte di popolo arancione, nonostante le dichiarazioni ufficiali di appoggio a Sala da parte del vicesindaco, guardi in altre direzioni o non vada a votare. Se Gherardo Colombo, sostenitore della Balzani alle primarie, decidesse di scendere in campo, sarebbe un candidato assai temibile per Sala. L’ex magistrato del pool di Mani Pulite è molto amato dall’estrema sinistra, ma raccoglierebbe moltissimi voti anche tra i moderati. La candidatura di Colombo sarebbe la “polpetta avvelenata” di Pisapia a Sala per non aver garantito alla Balzani il posto di vicesindaco in caso di vittoria. Qualcuno nel Pd sostiene questa tesi, ma il rischio concreto, per la sinistra milanese, è che si realizzi uno scenario simile a quello delle regionali liguri, che videro la candidata renziana Raffaella Paita sconfitta per colpa dei voti andati a Luca Pastorino, espressione della sinistra di Civati e Cofferati. È per questo che, ora come ora, l’incubo ligure turba i sonni di Sala. Liguria e Milano sono due realtà molto diverse, così come lo sono i due sistemi elettorali per regionali e comunali, ma è indubbio che una sinistra lacerata al suo interno allontanerebbe gran parte del suo elettorato dalle urne, soprattutto al ballottaggio quando il manager Expo dovrà convincere chi al primo turno non avrà votato per lui. *Docente di Diritto dell’informazione alla Cattolica

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