La Filarmonica parte col botto: Martha Argerich

Torna al Piermarini, dopo 20 anni di assenza, la talentuosissima pianista argentina

Martha Argerich

Martha Argerich

Milano, 6 novembre 2016 - Comincia alla grande, domani, la stagione della Filarmonica della Scala: torna al Piermarini, dopo 20 anni di assenza, la talentuosissima pianista argentina Martha Argerich, che con l’orchestra ha avuto un primo assaggio nel corso della recente tournée europea con Riccardo Chailly.

Sul podio, ad accompagnarla nel Primo concerto per pianoforte di Beethoven, torna Daniel Barenboim a due anni dal congedo quale direttore musicale della Scala: quasi coetanei, argentini di Buenos Aires entrambi ed entrambi bambini prodigi alla tastiera; promette una serata speciale il loro proverbiale affiatamento, unito al non meno celebre temperamento, sorvegliato da rigore e fantasia. Barenboim dirigerà poi la monumentale Settima Sinfonia di Bruckner, la sua più celebre e celebrata fin da quando – nel 1954 - Visconti l’impiegò in Senso: un capolavoro il cui marcato influsso wagneriano pare particolarmente consentaneo al Barenboim indimenticato artefice alla Scala di tanto Wagner.

Se inizia bene, la stagione promette però di continuare su analogo livello con gli altri nove concerti, tanto per i nomi sul podio quanto per programmi giudiziosamente propositivi. In gennaio, interessantissimo impaginato slavo diretto dal giovane Andrés Orozco-Estrada (le Danze di Galanta di Zoltán Kodály, la sinfonia “Dal nuovo mondo” di Antonin Dvořák) che nell’arduo Concerto per violino di György Ligeti accompagna Patricia Kopatchinskaja, estrosissima e non solo per la sua nota abitudine di suonare scalza.

Molto insolito e oltremodo stimolante il concerto affidato a Riccardo Chailly, che accanto a due rari - ma bellissimi - Šostakovič (Suite per Jazz Orchestra n.1, Seconda Sinfonia) presenterà in prima esecuzione assoluta il Concerto per pianoforte e orchestra di Carlo Boccadoro. Acque più sperimentate, invece, per il suo successivo concerto del 6 marzo: il Beethoven della Settima Sinfonia e del Concerto per pianoforte n.5, solista Maurizio Pollini.

Suspence per il nome del pianista che sarà accompagnato da uno dei nomi fissi della stagione della Filarmonica, Valery Gergiev: vincitore del premio Čajkovskij, sì, ma non si sa se l’ultimo o uno dei precedenti nel frattempo assurto a celebrità. Comunque, da parte sua Gergiev promette faville col celeberrimo capolavoro di Musorgskij-Ravel, Quadri da un’esposizione. Concerto “sicuro” invece, quanto a solidità di programma, quello di Fabio Luisi: lo Strauss ipervitaminico di Don Juan e di Vita d’eroe, appaiato al Liszt ipervirtuosistico del Concerto per pianoforte n.2, affidato ad Alessandro Taverna.

Imperdibile il concerto di Daniele Gatti, che affianca la ben nota Symphonie fantastique di Berlioz, suo formidabile cavallo di battaglia, al re del valzer Johann Strauss e al seriosissimo Hindemith di Mathis der Maler. Il direttore-compositore Peter Eötvös presenta un lavoro commissionatogli dalla Filarmonica (Alle vittime senza nome 2016) incastonato tra un pezzo di György Kurtág e il Mandarino meraviglioso di Béla Bartók. Myung-Whun Chung con la Quinta di Beethoven e il magnifico Concerto per violoncello di Dvořák (solista il grande Mario Brunello) completa la locandina d’una stagione che equilibra con saggezza novità con repertorio consolidato e meno noto.

LA TRADIZIONALE ospitalità a un’orchestra straniera, infine, vedrà quest’anno arrivare la Sinfonica della Radio Svedese col suo direttore Daniel Harding: Prima Sinfonia di Brahms assieme a Ravel, ancora Dvořák e il Poème di Chausson con l’imprevedibile, estrosissimo violinista Joshua Bell.

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