Il dito medio di Milano: tre curiosità sulla scultura di Cattelan

Nel settembre 2010, l'artista padovano regala alla città di un monumento provocatorio che scatena un vespaio di polemiche. Ecco tre cose da sapere sul "digitus impudicus" di piazza Affari

Il "Dito" di Maurizio Cattelan (vero titolo L.O.V.E.) in piazza Affari a Milano

Il "Dito" di Maurizio Cattelan (vero titolo L.O.V.E.) in piazza Affari a Milano

Milano, 14 luglio 2016 - È il 24 settembre 2010 quando a Milano scoppia la polemica: al centro delle contestazioni il celebre artista Maurizio Cattelan e la sua ultima opera, un gigantesco dito medio che svetta di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa.

Realizzato nei modi monumentali del ventennio fascista, “Il dito” viene inaugurato dal sindaco Moratti in occasione della mostra di Palazzo Reale il cui tema è “Contro le ideologie”: si tratta di un’installazione temporanea che, addirittura, qualcuno propone di celare nel cortile della Borsa in attesa dell’inaugurazione del museo di arte contemporanea, ma nel 2012 la giunta Pisapia decide di mantenerla di fronte all’edificio simbolo della finanza italiana, grazie all’intervento dell’assessore alla cultura Stefano Boeri. Cattelan è d’accordo: la scultura sarà lasciata in omaggio alla città solo se resta lì dov’è.

Ecco allora tre curiosità su quello che oggi è diventato uno dei simboli di Milano.

IL VERO TITOLO - La scultura, alta ben 11 metri e realizzata in marmo di Carrara, è comunemente nota come “Il dito”. Tuttavia, il suo vero nome è “L. O. V. E.”, acronimo di “libertà-odio-vendetta-eternità”, ma anche termine inglese per “amore”.

LE INTERPRETAZIONI -  “L. O. V. E.” rappresenterebbe un saluto fascista "depontenziato", espressione del dissenso dell’artista nei confronti del regime dittatoriale del Duce: le dita della mano, salvo chiaramente il medio, sono infatti mozzate. Tuttavia, la provocazione è evidente: il gesto volgare in Piazza Affari sembra essere anche rivolto al mondo economico e alle speculazioni della finanza causa, a partire dal fallimento della banca americana Lehman Brothers nel settembre 2008, della crisi economica che ha travolto anche il nostro Paese.

​GENIO E PROVOCAZIONE, DA SEMPRE - E Cattelan? Alle domande dei giornalisti nel giorno dell’inaugurazione, l’artista ha risposto che l’opera è dedicata “soprattutto all'immaginazione, all’immaginazione di tutti quanti, di quelli che ce l’hanno”. D’altronde, non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso da lui. Irriverente e provocatorio sin dagli inizi, Cattelan ha debuttato nel 1991 alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna dove ha presentato “Stadium”: un lunghissimo tavolo da calcetto con ai due lati i giocatori; i bianchi erano le riserve del Cesena e i neri degli operai senegalesi che lavoravano in Veneto.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro