MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Trovata morta in casa, il papà del killer: "Luca sognava la bella vita. Ci ha distrutto"

Il padre di Luca Marcarelli: mio figlio ha tentato il suicidio più volte, l’ultima prima di Natale

Mario Marcarelli, papà di Luca, nella foto a sinistra

Mario Marcarelli, papà di Luca, nella foto a sinistra

Milano, 15 gennaio 2017 - «Sono un uomo distrutto. Mi dispiace per quello che è successo. Aveva lasciato pure il gas aperto, avrebbe potuto causare una disgrazia ancora peggiore». Mario Marcarelli, 57 anni, ex assistente capo della polizia penitenziaria ora in pensione, non si capacita. Guarda nel vuoto, occhi lucidi, seduto al tavolo del soggiorno-cucina nella sua casa poco distante dal palazzone in cui suo figlio Luca, 32 anni, giovedì notte avrebbe colpito Tiziana Pavani con una bottiglia in testa, fino a ucciderla. Una famiglia come tante, la loro. Umile, «siamo gente perbene», ripete il 57enne. Sua moglie è un’operatrice socio-sanitaria, in casa c’è il figlio più piccolo, di 19 anni, che cerca lavoro e intanto assiste un vicino disabile. Un’altra figlia, la secondogenita, vive per conto suo.

Signor Marcarelli, conosceva Tiziana? «Mai vista. Mio figlio ogni tanto mi diceva “vado dalla ragazza” ma non sapevo chi fosse. E quando glielo domandavo mi rispondeva: “Abita a Muggiano”, quartiere vicino. Invece abitava molto più vicino. Mi dispiace per quello che è successo, una cosa terribile. Mi dispiace per la signora che è morta, mi dispiace per quello che poteva succedere, per il gas lasciato aperto».

Come ha saputo della tragedia? «Ero fuori casa, giovedì sera. Ho visto il telegiornale e si parlava di una donna trovata morta a Milano. Ma non si sapeva ancora molto».

È stato lei a sentire suo figlio rientrare in casa, prima dell’alba, giovedì? «Sì. Ma sul momento non mi sono preoccupato più di tanto, non era la prima volta e l’ho lasciato andare a dormire. Quando si è svegliato gli ho chiesto come mai fosse rientrato tardi e lui mi ha risposto di essere stato in giro con gli amici. Il giorno prima, mercoledì, mi aveva detto che non avrebbe mangiato a casa».

Poi, giovedì sera, è stato trovato il corpo di Tiziana... «Esatto. Io però ero fuori casa, ho visto il telegiornale ma non mi sono preoccupato perché non immaginavo fosse coinvolto Luca».

Dopo la scoperta, cos’è successo a casa sua? «È venuta la polizia, mia moglie si è sentita male. Io non c’ero. E mio figlio Luca non era ancora rientrato».

Sapeva dei problemi di suo figlio? «Ce n’eravamo accorti. Stavamo cercando di aiutarlo, di farlo entrare in una comunità».

È vero che suo figlio aveva tentato di suicidarsi? «Sì, più volte. L’ultima il 23 dicembre, il giorno prima della Vigilia di Natale».

In che modo? «Prendendo farmaci, non so bene cosa. Poi però si pentiva e chiedeva aiuto».

Come passava le giornate? «Avrebbe voluto “fare la bella vita”. Lo diceva proprio: "Voglio fare la bella vita”. Gratta e vinci, sigarette, amici... Così passava le giornate. In passato lavorava in una fonderia».

È stato nel palazzo di via Bagarotti 44? «No. Sono ancora frastornato. Fino a ieri eravamo una famiglia normale, ora è come se fosse cascato il mondo, non so come andremo avanti. L’unica, magra, consolazione, è che il vicino di casa della donna abbia chiuso il gas in tempo. Altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe successo».

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