Sparatoria in strada, Quarto Oggiaro reagisce: "Non è il Far West, qui brava gente"

Venerdì il ferimento di un 27enne. La polizia a caccia dell’aggressore

I rilievi della polizia  dopo la sparatoria

I rilievi della polizia dopo la sparatoria

Milano, 5 marzo 2017 - «Ho 28 anni, sono cresciuta in questo quartiere. Il problema più grave è la brutta fama. E basta un episodio come quello di ieri a rialimentarla». Lo dice senza mezzi termini Ilaria, residente di via Longarone. La incrociamo in un’area verde, con il suo cane al guinzaglio, il giorno dopo l’agguato che ha riacceso i riflettori su Quarto Oggiaro. La pioggia battente ha lavato i segni lasciati sull’asfalto, è rimasto solo qualche brandello dei nastri di plastica bianchi e rossi che la sera prima tenevano i passanti alla larga, lontani dal punto in cui alle 17 un ragazzo di 27 anni è stato gambizzato.

«L’ho visto, dopo la sparatoria si è trascinato fino al bar per trovare riparo», racconta un uomo. Un bar in cui non si parla d’altro. «C’è tanta rabbia – afferma una donna – perché una cosa del genere qui in via Longarone non era mai capitata. Questo è un punto di riferimento per tanta gente, la sera si ritrovano soprattutto giovani». L’esercizio commerciale si affaccia al piano terra della palazzina al civico 18, in passato ha subito delle chiusure temporanee dopo i controlli dei vigili dell’Annonaria e degli agenti del commissariato di zona perché tra i tavolini sedevano pregiudicati. Accanto c’è una sede di CasaPound. Insomma, il viavai è quotidiano. E tra gli habituè della zona, a quanto pare, c’è pure il ragazzo che venerdì è stato ferito, «anche se ultimamente lo vedevamo molto meno perché non vive più nel quartiere».

Forse un piccolo pusher, a sentire gli abitanti. Ignoto il suo aggressore. Certo è che il colpo esploso è stato uno solo, andato a segno. Immediato l’arrivo dei soccorsi e della polizia: G.R. è stato trasportato in codice giallo all’ospedale Sacco. Chi ha sparato ha voluto lanciare un avvertimento oppure aveva l’intenzione di ferire il giovane in maniera più grave ma non c’è riuscito? Un regolamento di conti? Una guerra per il dominio del territorio? Tutte le ipotesi restano aperte. La polizia sta indagando. Verranno visionati anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di ricostruire quanto accaduto e individuare l’autore dell’agguato. Intanto, il quartiere si ribella: Quarto Oggiaro non è un Far West, il messaggio. Su Facebook si leggono decine di commenti: «Le fatiche di tanta brava gente passano in secondo piano per colpa di questi personaggi», scrive Ninfa. «È successo a Quarto come poteva succedere da qualsiasi altra parte – aggiunge Laura –. Sono d’accordo con Ninfa, fare terra bruciata a queste persone è l’unico modo, tutti insieme si può fare». Accanto, le foto con la sfilata di Carnevale organizzata la scorsa settimana, un fiume umano che regge cuori di carta con la scritta «Quarto» al centro. «I cattivi comportamenti buttano fango sul quartiere ma noi non ci stancheremo di toglierlo».

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