Antinori, inizia il processo. Show in tribunale: "Mi vogliono avvelenare"

La sua voce rimbomba nei corridoi del palazzo di Giustizia e si paragona a Marco Pannella, dicendo di "fare come lui una battaglia per la scienza"

Antinori in tribunale a Milano

Antinori in tribunale a Milano

Milano, 17 novembre 2016 - «Dopo il processo capirete quanto è criminale questo Stato che toglie la libertà a una persona innocente, modificando le prove». Con parole alte e tonanti nei corridoi di palazzo Giustizia alternando italiano, francese e portoghese, Severino Antinori è arrivato al processo che si è aperto oggi a Milano, riunito con quello a carico delle sue segretarie, dell'anestesista Antonino Marcianò. Al centro c'è la vicenda del prelievo forzato di ovuli a una infermiera spagnola per poi reimpiantarli, una volta fecondati, a tre donne in lista d'attesa.

E' iniziata con uno show a favore di telecamere e giornalisti, la mattinata del medico. Fuori dall'aula dell'ottava sezione penale, il ginecolo si è tolto la cravatta, si è aperto la camicia per mostrare un tatuaggio sul petto: "È la mia cartella clinica - ha spiegato - il gruppo sanguigno, perché i poteri forti mi vogliono avvelenare, così i medici potranno salvarmi". Antoniori si è paragonato a Marco Pannella, dicendo di «fare come lui una battaglia per la scienza», ha aggiunto che le accuse mosse dalla Procura nei suoi confronti sono tutte «fantasie». Il medico ha anche protestato in quanto, dopo essere finito ai domiciliari, in carcere, poi ancora ai domiciliari, nei suoi confronti è stato disposto il divieto di dimora a Milano, tranne che per partecipare al processo, e a Roma, dove non può avvicinarsi alla ex moglie e alle figlie.

In aula, il presidente dell'ottava sezione penale Luisa Ponti, che ha ripreso Antinori per il suo atteggiamento, ha riunito il processo a carico del professore con quello che vede imputate le sue segretarie, l'anestesista Antonino Marcianò e una quinta persona coinvolta in una presunta estorsione. Inoltre, sono state accolte le modifiche dei giudici al capo di imputazione e con il quale alla fine si contestano ad Antinori la violenza privata e la rapina in concorso con le segretarie e Marcianò, le lesioni come conseguenza di un altro delitto in relazione ai problemi post traumatici di cui soffre la giovane infermiera, ora parte civile, in seguito alla vicenda.

Il tribunale, nell'accogliere tali modifiche, ha ritenuto che si tratti di «contestazioni anomale suppletive» e nel dare i termini alle difese affinché possano presentare nuove richieste di prove o quant'altro, ha rinviato il dibattimento al prossimo 14 dicembre e ha fissato udienze fino a luglio. Oltre al ginecologo e ai suoi tre collaboratori alla Clinica Matris di Milano, c'è anche Gianni Carabetta, coinvolto, assieme al ginecologo, in un episodio di presunta estorsione nei confronti di una donna che si era sottoposta alla fecondazione assistita. Il ginecologo, prima di lasciare l'aula, ha reso dichiarazioni spontanee mettendo in luce la sua carriera, e i suoi legali hanno annunciato che depositeranno una richiesta di revoca della misura cautelare del divieto di dimora a Milano.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro