Migranti, nei centri 38 con Tbc e 2mila con scabbia. Fuori nessun contagio

Duemila casi di scabbia e 38 di tubercolosi tra i migranti nel 2016 tutti "prontamente trattati" e "non hanno avuto conseguenze per la popolazione"

Un barcone di immigrati sulla rotta per la Sicilia

Un barcone di immigrati sulla rotta per la Sicilia

Milano, 8 febbraio 2017 - Duemila casi di scabbia e 38 di tubercolosi tra i migranti controllati nel 2016 dall’Agenzia di tutela della salute Metropolitana nei centri d’accoglienza di Milano; tutti «prontamente trattati» e «non hanno avuto conseguenze per la popolazione». Tradotto, neanche un contagio fuori dalle strutture, ha chiarito Giulio Gallera, l’assessore regionale al Welfare, ieri al Pirellone, rispondendo a un’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato su «quanti casi di malattie infettive trasmissibili si siano registrati nei centri d’accoglienza da quando è in atto l’emergenza profughi e con che frequenza vengano svolti i controlli anche nelle strutture accreditate del privato sociale». Tutti gli ospiti di queste strutture, gli ha risposto l’assessore, «vengono vaccinati contro difterite, tetano e poliomielite e sottoposti a uno screening tubercolinico». Se l’Ats ha impiantato all’hub di via Sammartini, la struttura di prima accoglienza dietro la Stazione Centrale, un ambulatorio aperto 7 giorni su 7, il programma di controllo della Tbc si estende ai centri d’accoglienza: l’anno scorso sono stati effettuati sugli ospiti 1.821 test di Mantoux, e su 824 migranti approfondimenti diagnostici che, in 38 persone, hanno riscontrato la malattia. «Tutte trattate o in terapia», ha spiegato l’assessore, sottolineando che anche per la tubercolosi, come per la scabbia, «nessun caso secondario è stato individuato nella popolazione generale». Per De Corato, la situazione è comunque «preoccupante: duemila casi di scabbia e 38 di tubercolosi sono numeri importanti ed è concreto il rischio che queste malattie si diffondano, anche perché i migranti vivono in situazioni di promiscuità». Il consigliere ha chiesto in aula di «rendere obbligatorie le vaccinazioni per gli immigrati che ospitiamo, per preservare sia la loro salute che la nostra».

Ieri il Consiglio regionale ha anche deciso di approfondire in Commissione Sanità una mozione dei 5 Stelle sul rischio di una carenza di medici di base, da qui a cinque anni, a seguito dell’allarme dell’ente previdenziale Enpam circa i 2.776 che potrebbero andare in pensione entro il 2023 in Lombardia. Gallera non scarta l’ipotesi di aumentare le borse di studio per la specializzazione (quest’anno 90 più 10 sovrannumerarie, co-finanziate dalla Regione con 1,4 milioni l’anno), ma sottolinea la necessità di «una riflessione» per legare eventuali risorse alla possibilità di coprire i quartieri, i paesi e le zone che i medici di medicina generale oggi rifiutano.

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