Rom ai domiciliari nei camper: Corvetto esasperato/ FOTO

I cittadini protestano, l’opposizione interroga il sindaco, ma viavai e degrado restano. Il tutto vicino a una scuola elementare

I camper parcheggiati in via Ravenna

I camper parcheggiati in via Ravenna

Milano, 22 febbraio 2017 - «La situazione? Tragicomica è dire poco. Bisogna trovare il modo di mandare via quei camper». Anna Mantovani, cittadina di Corvetto, è infuriata sul caso che da settimane preoccupa il quartiere: una carovana di nomadi tra le vie Piazzetta, Ravenna e San Dionigi. «Tragicomica», definisce la situazione, perché alcuni dei mezzi non possono essere allontanati essendoci a bordo due donne agli arresti domiciliari. Che quindi devono restare nella via. Peccato che rappresentino una «calamita» per tutti gli altri, parenti e non, che fanno parte della famiglia allargata. Risultato: un continuo tira e molla, con viavai di roulotte continuo. La polizia locale allontana i camper che non sono autorizzati a restare parcheggiati sulla pubblica via, ma questi puntualmente ritornano. E tutto a pochi passi da una scuola elementare (l’Istituto comprensivo Fabio Filzi), a ridosso dei giardini pubblici. «Siamo allo sbando. Hanno scelto quel posto – continua Nerino Porelli – perché c’è l’acqua della fontanella: lì possono lavarsi, possono lavare i vestiti. Insomma hanno un punto di appoggio. Ma non possono restare». Mauro Marangoni ha un punto di vista diverso: «Questa zona è storicamente problematica. C’è da dire che se i rom restano in un unico luogo sono maggiormente controllabili». In ogni caso i cittadini puntano il dito, lanciano Sos. La polizia locale interviene (solo a gennaio si contano cinque allontanamenti, tre nell’ultima settimana), sono stati pure ripuliti i giochi del parchetto, ma tempo poche ore e tutto torna come prima. «Stiamo cercando di trovare un modo per rendere più efficaci e duraturi gli interventi della polizia locale. Al momento possiamo solo allontanare le roulotte e sanzionarle per l’occupazione del suolo», dichiara l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza.

Il nodo da sbrogliare riguarda appunto la presenza di due donne che sono agli arresti domiciliari. Una motivazione messa anche per iscritto, nelle risposte inviate via mail dalla polizia locale al Comitato di quartiere San Dionigi presieduto da Francesca Martire. Un gruppo di cittadini, lunedì, ha protestato in Consiglio comunale. «Ho presentato un’interrogazione – afferma la consigliera Silvia Sardone (FI) – per chiedere al Comune di sgomberare l’area, ripristinare il decoro dei giardini e riportare tranquillità nella zona. Queste persone non considerano leggi e regole e vivono in condizioni igienico sanitarie scadenti (con tanti minori presenti)». «Una vicenda - interviene Paolo Bassi (Lega), presidente del Municipio 4 - che stiamo seguendo da tanto tempo. Già nella passata legislatura avevamo chiesto dei cartelli con divieto di stazionamento di camper. Ora la situazione è peggiorata, venerdì ci è stato sollecitato un intervento anche dalla dirigenza della scuola vicina». Un tasto dolente che tocca pure il Municipio 5 (l’area è al confine).

«Tutti i nomadi che non sono agli arresti domiciliari devono essere allontanati, anche ogni giorno se necessario», sostiene Giuseppe Maiocchi, presidente del Consiglio di Municipio 5.

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