Quartiere Adriano, un compratore per il palazzo fantasma. Il Municipio 2: fate presto

Offerta privata per l’Rsa di via Mulas, diventata rifugio di disperati

I vigili del fuoco intervenuti per il rogo di settembre

I vigili del fuoco intervenuti per il rogo di settembre

Milano, 16 dicembre 2016 - Lo scheletro della Residenza sanitaria assistenziale tra le vie Mulas e Tremelloni, un complesso gigante, incompiuto, bersaglio di occupazioni e finito sulle pagine di cronaca più volte (a settembre c’è stata un’esplosione, frutto di una «spedizione punitiva» per la quale sono state indagate dieci persone), torna a essere al centro del dibattito, e con lei tutto il nuovo quartiere Adriano.

Prima di tutto perché «il completamento dei servizi e l’urbanizzazione del Piano integrato d’intervento» di questa periferia nord-est è tra i progetti per le periferie presentati dal sindaco Sala per «Fare Milano». E poi perché, per quanto riguarda la Rsa, la situazione di stallo è arrivata al capolinea: ci sarà un futuro. L’assessorato all’Urbanistica lo aveva annunciato una manciata di giorni fa, durante l’illustrazione del piano di interventi per quartieri. Tra le priorità, ha sottolineato l’assessore Pierfrancesco Maran, c’è il recupero di edifici abbandonati. Nel caso della Rsa, un privato si è fatto avanti per l’acquisizione e completerà il lavoro. Ma ora che si è arrivati al dunque, «dopo mesi di segnalazioni e trattative - intervengono Samuele Piscina, presidente del Municipio 2, e Luca Lepore, assessore all’Urbanistica del parlamentino, a guida centrodestra - non ci sono più scuse: la nuova proprietà e il Comune garantiscano la sicurezza dei cittadini». Ricordano la storia del complesso, una struttura che sarebbe dovuta essere realizzata a scomputo oneri per il Comune di Milano, ma non è mai stata terminata a causa del fallimento dell’impresa edile di Pasini, «diventando di fatto un ecomostro al quale chiunque può accedere abusivamente senza alcun tipo di controllo o impedimento».

La richiesta: «Ora che l’area è stata finalmente venduta per una cifra che si aggira attorno a un milione di euro le giustificazioni non sono più ammesse. A questo punto la nuova società proceda a chiedere lo sgombero dello stabile e a effettuare la chiusura degli accessi, oppure intervenga tempestivamente il Comune con un’ordinanza ai sensi dell’articolo 12 del Regolamento edilizio«. Incalza pure Silvia Sardone, consigliera comunale di Forza Italia: «Il contributo del Comune nella rinascita del quartiere manca scandalosamente. Qui i cittadini avrebbero preferito l’esproprio per pubblica utilità per costruire la scuola media attesa da anni. Il Comune non l’ha fatto. Ha aspettato il privato. Ora il privato è arrivato, ha depositato da settimane una proposta di convenzione al Comune che, se approvata, consentirebbe di iniziare immediatamente i lavori per riqualificare l’area».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro