Il Cattaneo saluta il suo "maggiordomo": Giuseppe va in pensione

Pilastro dell'istituto di piazza Vetra per 37 anni: ha visto passare gli anni più frenetici dei collettivi per arrivare all’epoca di WhatsApp, che ha imparato a usare alla perfezione per essere reperibile 24 ore su 24

Giuseppe Fabiani (Newpress)

Giuseppe Fabiani (Newpress)

Milano, 12 luglio 2017 -  E' ultimo giorno di scuola per Giuseppe Fabiani, il «maggiordomo» e factotum dell’Istituto superiore Cattaneo: da domani sarà in pensione. Per 37 anni si è svegliato ogni mattina alle 5 per prendere treni e coincidenze e raggiungere piazza Vetra dalla provincia di Como. Fabiani è l’unico a conoscere ogni angolo dell’istituto. C’era quando si faceva lezione anche nel seminterrato e quando gli studenti erano così tanti che la scuola era gestita su due turni. Ha visto passare gli anni più frenetici dei collettivi per arrivare all’epoca di WhatsApp, che ha imparato a usare alla perfezione per essere reperibile 24 ore su 24. Riceve gli ospiti, si occupa del suo piano – che da 37 anni è il quarto –, svolge lavori di manutenzione all’occorrenza, risponde al centralino, guida nei laboratori e conosce a memoria ogni chiave dell’istituto. Tanto che, il penultimo giorno di scuola, le ha messe in bacheca inserendo etichette e allegando le «istruzioni per l’uso», creando una sorta di mappa.

«Non so come faremo da domani senza di lui. Appena sono arrivata qui ho subito capito che era un punto di riferimento – ammette la preside Maria Rizzuto –. C’è sempre stato per ogni necessità, è affidabile, competente e versatile». Fabiani ha messo piede al Cattaneo nel 1980: «Si chiamava Primo Istituto Superiore, ai tempi. Nel 1985 avevamo 1.200 iscritti, si frequentava su doppio turno – racconta -. C’era un signor laboratorio di chimica, che era il mio luogo del cuore. Oggi gli alunni sono 700, fra geometri e ragionieri, ma devo dire che i ragazzi sono cambiati in meglio. Allora erano più turbolenti. I professori invece erano più severi».

Il suo lavoro invece non è cambiato: ha sempre fatto tutto, senza mai guardare l’orologio. «Non è facile muoversi qui dentro per chi non conosce il luogo – sottolinea -, abbiamo ancora gli archivi nel seminterrato. Ad ogni cambio di preside c’era un passaparola e hanno sempre voluto collaborare con me, sapevano dove trovarmi. All’inizio non c’era il telefono, mi chiavano dalle scale: ‘Fabiani?». Poi con la preside Todesco è arrivato il cordless. Mi mancheranno tanto le persone che lavorano qui, dopo 37 anni ci si affeziona».

Da fanciullo avrebbe voluto continuare a studiare, fare il pasticcere, aprire un’attività. Poi il papà, che lavorava come collaboratore scolastico all’Istituto Pitagora, aveva sentito che la Provincia di Milano cercava nuove figure e aveva convinto il figlio a provarci. Così a scuola è tornato davvero. I professori e i presidi passavano, gli studenti pure. E Fabiani era sempre lì, a fare da guida. «È la nostra colonna portante», ricordano i colleghi che insieme alla preside hanno organizzato una festa a sorpresa. «È molto riservato, così abbiamo dovuto farlo di nascosto», sorride la dirigente. Non potevano lasciarlo «scappare» così. E adesso che è in pensione, riuscirà a star fermo? «No – confessa il maggiordomo del Cattaneo -. Fra pochi mesi divento nonno per la seconda volta, il lavoro non manca».

 

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