Morta di meningite, addio alla professoressa Patti: "Per noi era un modello"

Folla di studenti, amici e parrocchiani al funerale della docente del Curie-Sraffa morta a 54 anni, per una sepsi da un meningococco

Vittoria Patti insegnava Scienze all’Istituto Curie-Sraffa di via Fratelli Zoia È morta a 54 anni giovedì scorso per una sepsi Lascia il marito e tre figli ventenni

Vittoria Patti insegnava Scienze all’Istituto Curie-Sraffa di via Fratelli Zoia È morta a 54 anni giovedì scorso per una sepsi Lascia il marito e tre figli ventenni

Milano, 15 febbraio 2017 - «Cara professoressa Patti, da subito lei si è dimostrata disponibile verso noi studenti, dandoci il suo indirizzo mail e dicendoci che avremmo potuto contattarla sempre in caso di dubbi o di difficoltà. Per noi lei era una donna da imitare, un modello da raggiungere, non riusciamo ancora a realizzare che lei sia mancata, e ci immaginiamo ancora lei che entra dalla porta della nostra classe con il suo grande zaino e le sue chiavette usb al collo». Così i suoi studenti hanno salutato Vittoria Patti, la prof del Curie-Sraffa morta a 54 anni, giovedì, per una sepsi da un meningococco. La chiesa di Santa Maria Ausiliatrice ieri mattina era piena all’inverosimile di parrocchiani, docenti e ragazzi, che al funerale si sono stretti ad Aurelio, il marito dell’insegnante, e ai loro tre figli: Teresa di 25 anni, Maria di 24 e Giuseppe di 23.

«Era una persona straordinaria, disponibile e gentile con tutti – ha sottolineato il parroco – curava il corso prematrimoniale per coppie, e in tutto ciò che faceva era chiaro che non ci fosse solo uno scopo didattico, ma la voglia di donare una parte di se stessa». Soprannumeraria dell’Opus Dei, attiva nel volontariato, in parrocchia la ricordano come una donna dolce e capace. A scuola come un’entusiasta, appassionata follemente della propria materia, le scienze, di cui parlava anche sui suoi blog. «Era una docente disponibile con tutti - ricorda la preside Giovanna Viganò -, sia con i colleghi, sia con gli studenti, che trattava sempre con rispetto. Anche nelle situazioni di tensione come le discussioni in occasione dei collegi docenti, riusciva a fare sempre interventi rappacificanti e volti più alla collaborazione che alla competizione o al litigio».

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