Maltempo, giornata di ordinaria paura a Milano: strade trappola e incubo Seveso / FOTO

Nella centrale di via Drago occhi puntati sui fiumi. Dramma sfiorato

Sottopasso allagato nel quartiere Comasina (NewPress)

Sottopasso allagato nel quartiere Comasina (NewPress).

Milano, 6 novembre 2017 - Sembrano  quasi accordarsi, Seveso e Lambro. A gonfiarsi per primo, di solito, è sempre il Seveso. Quasi volesse primeggiare in questa gara che a ogni acquazzone tiene la città col fiato sospeso, in primis gli addetti ai lavori di Comune, polizia locale, Protezione civile, MM, Amsa. È il primo aneddoto a emergere, tra un’occhiata ai monitor che fotografano la città in tempo reale e un’altra allo schermo con i radar, dove si colorano di rosso intenso i punti battuti da precipitazioni più abbondanti. In giornate così, il lavoro non si ferma un secondo nel salone del Centro operativo comunale di via Drago, zona Quarto Oggiaro. Ieri la cronista del Giorno è entrata tra le mura di questo “cervellone” mentre oltre le pareti si scatenava il diluvio e le squadre all’esterno si davano da fare già da ore.

Il preallarme  è rimasto tale tutto il giorno, per poi tramutarsi in allarme in serata e infine in emergenza alle 19.30 quando i livelli del Seveso sono cresciuti fino a superare i 290 centimetri in via Valfurva, a un soffio dallo straripamento. Non sono mancati i disagi: sottopassi allagati in viale Enrico Fermi, zona Comasina, prima al mattino e poi nel tardo pomeriggio. Al punto che i vigili del fuoco sono dovuti intervenire a liberare auto intrappolate nella carreggiata diventata piscina. Un centinaio le operazioni in giornata, per allagamenti e infiltrazioni. Quadro completato da traffico in tilt e semafori saltati in diverse piazze come Repubblica, Bande Nere e Missori.

SOTTOPASSO_26573944_190722
SOTTOPASSO_26573944_190722

Il piano del Comune per il monitoraggio è scattato a mezzanotte in punto di ieri. Allerta arancione, criticità moderata. Subito attiva, la centrale di via Drago. La soglia di preallarme viene raggiunta alle 9.55, quando i livelli del Seveso toccano 80 centimetri a Cesano Maderno e 1,05 metri in via Valfurva. Abbastanza «tranquillo», se così si può dire, il Lambro, con acqua cresciuta meno di un metro. Poi livelli più o meno costanti. Basta guardare gli schermi che occupano tutta una parete del salone di via Drago per avere il polso della situazione: un riquadro per ogni luogo critico, con la situazione immortalata. Via Ornato a Niguarda («se il tubo di scarico non si dovesse vedere più, perché coperto dall’acqua, significherebbe che l’esondazione è vicina», spiega l’addetto). Poi l’incrocio Fulvio Testi-Ca’ Granda.

Spostandosi  a sud-est, via Camaldoli a Ponte Lambro: occhi elettronici puntati verso il fiume che scorre, increspato ma al di sotto della fascia critica («In questo caso, se dovesse raggiungere la barra scura che si trova in alto, ripresa della telecamera, il fiume starebbe per straripare»). Ma non c’è solo la situazione maltempo da monitorare: nei riquadri era sempre visibile pure il centro città, con i punti di passaggio della delegazione del G7. Attorno alle 18, tutti in allerta perché Seveso e Lambro ricominciano a gonfiarsi per un mix di fattori: tregua di vento sulla città, pioggia ininterrotta e scrosci d’acqua costanti a nord di Milano. Il Seveso raggiunge 151 centimetri in via Ornato e il Lambro 112 in via Feltre. Scatta l’allarme. Scoperchiati i tombini in zona Testi-Niguarda per prepararsi a far defluire l’eventuale fiume d’acqua. Poi l’emergenza: attorno alle 19.30 l’acqua arriva a 240 centimetri in via Valfurva per poi raggiungere i 290 mezz’ora dopo e poi quasi 300 (significa straripamento). Infine il livello scende. A un pelo dall’esondazione. Sarebbe stata l’ennesima. E i cittadini, in mancanza delle vasche che dovrebbero placare la forza del Seveso, possono solo alzare lo sguardo al cielo e sperare.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro