Chiude dopo 80 anni di storia il "Girarrosto": ai suoi tavoli da Moravia ai Pink Floyd

Chiude lo storico ristorante di corso Venezia. Le titolari: ora un libro

Alla guida del ristorante Girarrosto (Newpress)

Alla guida del ristorante Girarrosto (Newpress)

Milano, 12 marzo 2017 - «Ho il cuore che scalpita per l’emozione. Il 12 aprile chiuderemo i battenti dopo 80 anni. Se tornassi indietro, rifarei tutto». Miranda Michi, 77 anni, è una delle quattro sorelle «nate tra una minestra e una macedonia» che gestiscono il ristorante «Al Girarrosto da Cesarina» di corso Venezia 31. Un’istituzione per la città: tra quei tavoli in cui si gustano piatti della tradizione toscana e lombarda (polpettine, crostini di fegato e milza, risotti e zuppe, costolette e filetti, solo per citarne qualcuno) si sono seduti politici, giornalisti, scrittori, artisti, stilisti, musicisti, tutta la Milano bene. «Da Spadolini a Cossiga, da Moravia a Pasolini a Eco. Da Fontana a Rotella. Dai Pink Floyd ai Pooh. Non potrei elencarli tutti». Ma anche gente comune: alcuni varcavano la soglia del ristorante per mano ai nonni, da bambini, e oggi a loro volta portano i nipotini. Una storia cominciata nel 1937, quando la mamma Cesarina e il papà Costante Francesco Michi, detto Girardengo perché fan del celebre ciclista, aprirono il ristorante «La lanterna verde» in via Durini, poi messo ko dai bombardamenti.

Con coraggio ricominciarono in corso Venezia. Sotto la «bottega», che oggi è diventata storica con tanto di targa, sopra la casa della famiglia. Marcella, la primogenita, 83 anni, ricorda il Naviglio scoperto, gli antichi mestieri, la vecchia Milano che ancora conserva barlumi del suo fascino tra quelle pareti vestite con quadri di Cesarino Monti e una serie di pannelli a firma Centurione, del 1946. In uno, Dante e Virgilio sono ritratti mentre si dirigono verso «Al Girarrosto». Le due sorelle più grandi sono definite «le boss». Al loro fianco Simona, di 73 anni, e Beatrice, di 69, che danno il tocco finale a ogni piatto. E poi c’è uno staff di 8 persone tra cuochi, camerieri e sommelier. «Abbiamo cercato di stare al passo coi tempi, ad esempio aggiungendo men<WC>u<WC1> vegetariani», spiega Simona. «C’è anche chi ci chiede pranzi da portare via. In passato, qualcuno portava pure da cucinare la selvaggina», aggiunge Beatrice. E mentre le quattro sorelle hanno raccolto il testimone dei genitori, i loro tre fratelli si sono diretti altrove, sempre tenendo alta la bandiera di ristoratori: Riccardo (di 66 anni) e Maurizio (di 71) a Chicago; Marcello, gemello di Maurizio, ad Alicante. 

Perché ora si chiude? «Abbiamo la nostra età. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un grave lutto». Ma le sorelle vedono davanti un orizzonte roseo: «Avremo più tempo per noi: qualcuna si rilasserà, altre faranno le nonne», continua Miranda. «Certo, sarà strano non avere più a che fare con fornelli e clienti». Insieme hanno 7 figli e altrettanti nipotini. E tra loro c’è chi ha seguito la carriera di nonni e genitori, aprendo altri ristoranti. «Al Girarrosto», però, è arrivato al capolinea: «Depositeremo la licenza, verrà via con noi». E il futuro dei locali è ancora top secret. Ma per celebrare gli 80 anni, conclude Simona, «scriveremo un libro con 80 ricette in onore di mamma Cesarina che era una grande cuoca». 

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