Sgozzata nel parco, uno sbandato dal coltello facile: identikit del killer

Milano, le indagini si concentrano su un uomo dell’Est Europa

I rilievi della scientifica e la donna sgozzata nel parco di Villa Litta

I rilievi della scientifica e la donna sgozzata nel parco di Villa Litta

Milano, 25 novembre 2017 - I sospetti si concentrano tutti su un giovane dell’Est, un balordo senza casa che camperebbe di rapine. Lui, autore di uno stupro e di un’aggressione a una 30enne, sarebbe per gli investigatori anche l’uomo che, la mattina di due giorni fa, ha ucciso a Milano Marilena Negri, 67 anni, vedova, tre figli. Tante le analogie fra i casi, che proviamo a mettere in fila. La signora Marilena, una vita semplice da casalinga, ogni mattina tra le 6.30 e le 7 portava il cane al parco di Villa Litta. Scendeva senza portafogli, né cellulare, venti minuti in tutto; poi dalla piccola borsa, quella che i poliziotti hanno trovato a terra accanto al cadavere, tirava fuori due monete per il caffe al bar, risaliva in casa, si cambiava e andava a messa. Anche la mattina in cui è morta non ha cambiato una virgola della sua routine. Ma, percorsi duecento metri dalla sua casa di via Novara, un uomo l’avrebbe sorpresa alle spalle, per puntarle con forza un coltello da cucina alla gola e strapparle la collanina d’oro.

Lei, forse, si è difesa, anche se i guanti di lana hanno impedito di trovare frammenti di dna sotto le unghie. Lui, spaventato o drogato, le ha conficcato la lama nella carotide. Marilena è morta quasi subito, dirà l’autopsia, il tempo di cadere a terra, rialzarsi, barcollare e poi di nuovo a terra, con l’assassino che fuggiva via sotto una serie di telecamere che ne avrebbero ripreso la sagoma, ma non il volto. Il nesso che lega diversi episodi, per gli investigatori coordinati dal pm Donata Costa, sarebbe la modalità di aggressione e l’arma. Anche con la mamma di 33 anni che portava a spasso la bimba di 4 mesi in carrozzina, in via Fermi, l’uomo avrebbe agito allo stesso modo. Diverso soltanto il finale. Anche in quel caso il giovane, con accento dell’Est, avrebbe sorpreso la mamma alle spalle, l’avrebbe ferita alla gola per farsi consegnare soldi e cellulare. Poi sarebbe fuggito via veloce.

Rapina fotocopia qualche giorno prima, stavolta ai danni di una ragazza peruviana di 21 anni. Un uomo la ferma mentre esce dal Niguarda dove ha appena fatto un provino per fare la comparsa in una fiction. Lui le punta il coltello da cucina alla gola, ha il solito accento dell’Est, le svuota la borsa e le prende il cellulare. Poi la trascina in un punto nascosto di un giardino e la stupra sempre il con il coltello quasi conficcato nella gola. Si riveste e scappa, stavolta in bici. Lascia impronte e tracce di dna. Ora gli agenti della squadra mobile stanno setacciando i luoghi di queste ultime rapine per cercare di chiudere il cerchio. Affori, ma soprattutto le zone più periferiche fino al Parco Nord, i luoghi di bivacco di balordi e sbandati.

 

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