Calcioscommesse, nulla è cambiato: le società complici con i giocatori

Parla un pentito: «Con due partite “aggiustate” il bilancio è salvo»

Calcioscommesse

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Milano, 10 febbraio 2017 - «Ho scommesso certo, ma non ho truccato le partite. Comunque ho pagato i miei errori a caro prezzo. Il problema è che adesso è peggio di prima, il meccanismo delle scommesse nel mondo del calcio legato alle gare manipolate è diabolico ed è impossibile fermarlo. Troppi gli interessi in gioco, da quelli della malavita a quelli dei calciatori, o peggio ancora, delle società coinvolte. Già eh, perché anime pure in questo ambiente non ce ne sono...».

A parlare così è un “pentito” delle scommesse, già coinvolto nella maxi-inchiesta di Cremona e finito sul banco degli imputati dopo alcune intercettazioni. Vuol rimanere anonimo, ma la sua denuncia da sportivo che si è ripulito la coscienza è pesante. Perché il mondo del pallone è ancora il suo mondo, perché il calcioscommesse resta una piaga pericolosa.

Dalle sue parole sembra che nulla sia cambiato, nonostante gli arresti, i processi e le squalifiche...

«No... ci si è solo fermati per qualche settimana, poi è ricominciato tutto come prima. Anzi, peggio. Un tempo si andava a scommettere nelle ricevitorie, c’era il tempo di scoprire flussi anomali nelle giocate, ma ora con le “giocate“ online è tutto incontrollabile».

Si spieghi meglio...

«Ci sono tanti siti stranieri con cui scommettere. In tempo reale e anche cifre importanti. Spesso si tratta di società asiatiche, molte inglesi. Chi sente “odore” di combine, e mi riferisco soprattutto agli addetti ai lavori, al momento giusto fa la sua puntata. E vince. Mentre su qualche campo del mondo, anche in Italia, qualcuno sta “aggiustando” la partita. Un’organizzazione perfetta».

E chi sarebbero i registi?

«Gente pagata fior di quattrini, addestrata per far questo. Ci sono società di calcio in tutto il mondo che si rivolgono a tali persone, soprattutto straniere, e chiedono il “servizio”. Insieme decidono l’evento e poi quali calciatori, non più di 3-4 per squadra, da avvicinare e corrompere con importi che variano dai 10mila ai 50mila euro. A quel punto inizia il lavoro “sporco” di questa specie di agenzia del malaffare, quando la tavola è stata ben apparecchiata ci si spartisce la torta. Si scommette sulla vittoria o sulla sconfitta, sul primo e sul secondo tempo, si decide anche il risultato esatto e si vedono partite rocambolesche dai risultati più assurdi. Ci sono dei club, anche in Italia, cui basta “aggiustare” un paio di partite l’anno per salvare il bilancio della stagione. Ci sono presidenti e ds che sono abilissimi a far finta di sgridare i propri giocatori, salvo poi mettersi d’accordo con gli stessi...».

Non accade solo in Lega Pro...

«Quella è una situazione diversa. Ci sono società che non sono in grado di pagare gli stipendi e così tanti calciatori si “vendono” le partite. Ma sarebbe sbagliato pensare che il marcio sia solo nelle serie inferiori, anche se alla fine pagano sempre i pesci piccoli...»

Ormai si scommette su tutto...

«I tifosi lo fanno per divertimento, ma a volte si perdono tantissimi soldi proprio sulle partite più scontate. Qualche anno fa anche un importantissimo presidente di una squadra straniera, che evidentemente aveva bisogno di liquidità, diede ordine ai suoi di perdere un match in casa. Finì infatti 0-4, un risultato clamoroso su cui solo i beninformati avevano scommesso. Ma di partite così ce ne sono tante, se hai gli agganci giusti puoi diventare ricco. Ma anche cacciarti nei guai. Ed io ho già sofferto abbastanza...» (1 - continua)

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