Blue Whale, scatta l'allerta: a Milano indagini su 3 casi

Attivata una task force tra Casa pediatrica del Fatebenefratelli, Osservatorio nazionale adolescenza e carabinieri

Blue Whale, a Milano costituita una task force per la prvenzione

Blue Whale, a Milano costituita una task force per la prvenzione

Milano, 31 maggio 2017 - Sono circa una dozzina tra Milano e provincia i casi sotto la lente delle forze dell’ordine, di cui almeno 2-3 considerati più consistenti, perché potrebbero avere a che fare col fenomeno della Blue Whale Challenge, la sfida folle che nei meandri del web istigherebbe gli adolescenti a cinquanta "prove", di cui l’ultima è il salto da un palazzo. Che si tratti dell’originale, sospettata in Russia di più di cento suicidi, o di imitatori a vario titolo, il risultato cambia poco. E il tema è da trattare con attenzione: "Bisogna parlarne meno e prepararsi di più", sintetizza Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus che con la Casa pediatrica del Fatebenefratelli e l’Osservatorio nazionale adolescenza diretto dal suo primario Luca Bernardo ha aperto una chat di supporto via whatsapp (il numero è 3482574166, l’hashtag #fermiamolabalena). Rispondono psicologi ed educatori "formati soprattutto a informare, e anche a intervenire su segnalazioni in caso di emergenza".

Hanno avuto oltre 250 contatti in due settimane. Soprattutto genitori, insegnanti, adulti che hanno a che fare con i ragazzi e chiedono informazioni su quello che, insiste Bernardo, "non è un gioco, perché porta alla morte". Anche il Comando provinciale dei carabinieri ha istituito una squadra specializzata in indagini telematiche, all’interno del Nucleo investigativo, per cercare i segnali che possono ricondurre a questo fenomeno. Zoppi ha parlato, al Fatebenefratelli, alla firma di un accordo tra Bernardo per la Casa pediatrica, il comandante provinciale dell’Arma Canio Giuseppe La Gala e Marco Bussetti, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale. C’era anche Paolo Picchio, papà di Carolina, prima vittima italiana accertata di cyberbullismo.

Il protocollo, simile a quello sottoscritto il mese scorso con la Polizia postale, prevede iniziative per l’uso corretto del web da parte di bambini e adolescenti, offrendo supporto anche alle famiglie e agli adulti responsabili della loro educazione e “agganciando” in un percorso di cura le vittime, ma anche chi pratica bullismo e cyberbullismo, "perché capiscano che stanno commettendo un reato prima che sia troppo tardi", chiarisce il colonnello La Gala. Camici e uniformi entreranno a spiegarlo nelle scuole, "allargando la comunità educante al territorio", sottolinea il provveditore Bussetti. «In questi anni abbiamo costruito una grande rete a tutela dei ragazzi», ricorda il direttore generale del Fatebenefratelli-Sacco Alessandro Visconti. 

In questo quadro, osserva Zoppi, "non so quanti siano i casi acclarati di Blue Whale. Qualora ci fossero le nostre forze dell’ordine sono preparate, ma dobbiamo preparare le famiglie e gli educatori, dalle scuole agli oratori alle squadre di calcio, ad affrontare anche questo problema. Nel frattempo chiediamo di non fare disinformazione, diffondendo panico nei genitori e troppa curiosità nei ragazzi. Il rischio grosso infatti è che qualcuno di loro, dopo aver letto o visto, dica 'magari ci gioco', che sperimenti alcune prove dalle più banali, come fermare qualcuno per strada dicendogli che lo si ama, fino a poter pensare di fare scelte anche tragiche".

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