Viale Argonne, manifestazione per Ramelli: l'estrema destra scende in piazza. E la sinistra risponde con un corteo

Centinaia di manifestanti aderenti a varie realtà antifasciste in protesta contro la manifestazione “nera” di viale Argonne. Nel pomeriggio bagarre in Consiglio comunale per una foto di Limonta che lo ritrae mentre accartoccia un poster delle celebrazioni FOTO: La commemorazione dell'estrema destra / Il corteo-presidio della sinistra

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA CONTRO PRESIDIO PER RAMELLI

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA CONTRO PRESIDIO PER RAMELLI

Milano, 29 aprile 2015 - I militanti di estrema destra si sono dati appuntamento mercoledì sera per rendere omaggio a Sergio  Ramelli (il 17enne aderente al Fronte della Gioventù ucciso esattamente 30 anni fa) e a Enrico Pedenovi, prima con una Messa e poi con una kermesse in piazza, nella zona di viale Argonne, a  Milano (FOTO). Di fronte alla chiesa di Nereo e Achilleo si sono radunati circa due-trecento esponenti di varie anime della Destra per allestire il palco dove, dopo al termine della Messa di suffragio, si è svolto un concerto seguito da una serata di letture. Contemporaneamente un corteo di antifascisti ha dato vista a una manifestazione poco distante da viale Argonne.

Da viale Argonne i militanti di destra hanno poi raggiunto via Paladini per deporre un fiore davanti alla lapide di Sergio Ramelli. Sulla parete, sotto la lapide, decorata con una corona d’alloro e la scritta "Ciao Sergio", decine di ceri accesi vegliati da militanti di Lealtà Azione e di altre formazioni di estrema destra. 

Gruppi neofascisti ricordano la morte di Sergio Ramelli

CORTEO ANTIFASCISTA - Alcune centinaia di manifestanti aderenti a varie realtà antifasciste si sono concentrati in piazza del Tricolore a Milano per protestare contro la manifestazione “nera”. “Milano 29 aprile: nazisti? no grazie”, si legge sullo striscione che apre il corteo. “Con la scusa della commemorazione di Sergio Ramelli i fascisti stanno per sfilare di nuovo a Milano con i loro simboli di odio - ha spiegato Walter Boscarello, una delle figure più note dell’antifascismo milanese alla testa del corteo - e noi siamo qui per impedirglielo”. La manifestazione si inquadra anche nelle cosiddette “Cinque Giornate di Milano”, come le realtà antagoniste hanno battezzato i cinque giorni di protesta ‘No Expo’ inaugurati ieri (FOTO).

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA CONTRO PRESIDIO PER RAMELLI

Piazzale Dateo, in attesa dell’arrivo del corteo antifascista proveniente da Piazza del Tricolore, è rimasto blindatissimo. Almeno 15 le camionette di polizia e carabinieri parcheggiate sui lati del viale, mentre un elicottero ha sorvolato la piazza per monitorare la situazione. Circa un centinaio gli uomini schierati tra polizia e carabinieri, organizzati con caschi, scudi e manganelli. Il traffico dei viali è stato interrotto all’ingresso della piazza. A circa 100 metri dalla barriera di Polizia il corteo antifascista si è fermato in piazzale Dateo, dove i manifestanti hanno deposto una corona di alloro sulla lapide di Gaetano Amoroso, militante antifascista ucciso nel 1976 (FOTO). Lungo il percorso non si sono verificati incidenti. I manifestanti, nonostante un piccolo gruppo abbia mostrato l'intenzione, non sono riusciti a raggiungere la piazza dei rivali di destra.

BAGARRE IN CONSIGLIO COMUNALE - Nel pomeriggio di mercoledì la foto di Paolo Limonta, responsabile dell’Ufficio relazioni con la città del Comune di Milano, che lo ritrae mentre accartoccia un poster strappato delle celebrazioni in ricordo di Sergio Ramelli, ha acceso gli animi del Consiglio comunale i cui lavori sono stati interrotti per l’acceso scambio di battute tra maggioranza e centrodestra. Le opposizioni hanno infatti denunciato in aula la foto, che inizialmente sarebbe stata postata su Facebook prima di essere cancellata, chiedendo l’allontanamento del diretto interessato con il ritiro delle deleghe (richiesta poi formalizzata in una mozione unitaria del centrodestra) e la presa di distanze da parte dell’amministrazione.

La foto che ha scatenato le polemiche

A incendiare ulteriormente gli animi sono state le parole di Ruggero Gabbai (Pd) che ha giustificato il gesto motivandolo con «la strumentalizzazione che alcuni fanno della morte di un ragazzo per compiere apologia di fascismo e nazismo». Dopo un’interruzione di alcuni minuti dei lavori, a tentare di calmare gli animi ci ha provato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, ribadendo «il rispetto per quella morte incomprensibile e ingiustificabile» testimoniata anche dalla presenza del sindaco Giuliano Pisapia alla cerimonia. Quindi, in merito all’episodio che coinvolge Limonta, il vicesindaco ha chiarito di non esserne a conoscenza e ha assicurato che saranno fatte «verifiche e se sarà necessario prendere le distanze o far chiedere scusa, sarà compito dell’amministrazione farlo».

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