Coppia dell'acido: sfregiato Savi, loro scherzavano. E Alex imitava la sua Martina

Magnani interrogato dal gup: "Si rideva, parlavano di lavoro e aste" di MARINELLA ROSSI

Martina Levato e Alex Boettcher

Martina Levato e Alex Boettcher

Milano, 9 novembre 2015 - «Dopo l’aggressione a Savi, Martina era solita scherzare con Alexander in macchina. Alexander imitava Martina, ne imitava il modo di ridere e si rideva di questa cosa...». Scherzavano, dopo aver liquefatto il volto di un ragazzo come loro, a loro sconosciuto, e scambiato per un altro. Scherzavano dopo che Martina risalendo in auto disse “forse abbiamo sbagliato persona”, e Alexander le avrebbe fatto cenno di tacere. Dallo scrigno inesauribile di Andrea Magnani, il complice perfettamente inconsapevole che semina dietro di sé quesiti irrisolti su come un’ingenua dabbenaggine possa miscelarsi a sapienza filosofica di stampo orientale, escono altre perle noir. Dalle trascrizioni dell’interrogatorio a porte chiuse davanti al gup Roberto Arnaldi, e dove Magnani risponde in rito abbreviato per il concorso nell’aggressione a Pietro Barbini, il tentativo contro Giuliano Carparelli, e l’osceno assalto a Stefano Savi.

Come Andrea il bancario ha potuto essere presente a ogni aggressione senza sapere - con la sua auto, la sua carta di credito, le sue telefonate da internet point, correndo su e giù con tracolle in quella via Giulio Carcano in cui Pietro Barbini veniva intinto nell’acido - cosa stava trattando la coppia prodotta da uno dei migliori/peggiori Stephen King? E se non esisteva un rapporto di amicizia tra lui e Alexander (con cui condivideva solo allenamenti) - gli chiede l’avvocato di Levato, Daniele Barelli - perché aspetta Alex por ore di notte al parco Ravizza, dopo il presunto tentativo di stupro subito da Martina, perché asseconda ogni richiesta, come quella di mettersi alla ricerca alle quattro del mattino di improbabili testimoni dello stupro? «È una questione di empatia». «...Io sono un seguace della freundlichkeit, significa solidarietà in tedesco, ed è una componente del volontariato... È un bisogno quasi epidermico, quasi cutaneo di aiutare il prossimo. Per cui si dedica tutti se stessi, non è dettata da istituzioni, da dogmi, da politica o da altro, ma è un qualcosa che si ha dentro. Non ha a che fare con la compassione e con la pietà, perché la compassione e la pietà sono concezioni di chi già si pone al di sopra e guarda al di sotto... Quindi io essendo un seguace di questa componente che si trova in alcune discipline orientali che ho studiato, semplicemente per empatia mi prestai alla ricerca di questo testimone». 

Il testimone, che non era tale ma era Stefano Savi, verrà irrimediabilmente deturpato dopo le 6 del mattino del 2 novembre 2014. E dopo il 2, sostiene Magnani, Alex e Martina scherzano, parlano «dei progetti di Alexander», degli «appartamenti da acquistare alle aste immobiliari», del lavoro di Alex che «oggi ho fatto il tot per cento». I ragazzi cattivi indifferenti, e il complice inconsapevole dello sfacelo di via Quarto Cagnino (dove era anche lui) parte per Cesena, dove vuole tentare una nuova vita. E anche se ora, pungolato dall’avvocato di Levato, Alessandra Guarini, conferma che «io non avrei mai tradito Alex» (di cui però non era amico), precisa che non si intende «per quanto riguarda un’aggressione», ma semmai «rispetto a un rapporto di amicizia», in cui, tra Martina e Alex e il «loro rapporto morboso», avrebbe scelto Alex. Ma il «rapporto tra i due non era alla pari... Martina in molti casi subiva, la maniacalità, la pignoleria...» di Alex. E del tentativo di suicidio della ragazza, dice: «in seguito a un litigio, dovuto alle solite metafore sessuali che Alex periodicamente faceva...». Perché the king è uno «che si denota subito la presenza, volendo in tutti i modi diventare grosso, e mettere su massa da body builder, mentre io gli dicevo sempre che bisogna sostituire alla grandezza fisica la grandezza morale. Come denota la mia filosofia».

di MARINELLA ROSSI

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