REDAZIONE MILANO

Calciopoli, stretta di mano Moratti-Moggi: "Bergamo? Solo prese in giro"

I due ex dirigenti si sono incrociati al processo in cui l'ex dg della Juventus è imputato per diffamazione nei confronti di Facchetti. L'ex presidente dell'Intar: "Non ho mai pensato di trarre vantaggi da quelle telefonate"

Stretta di mano Moratti-Moggi (Newpresse)

Milano, 2 febbraio 2015 - Una forte stretta di mano, prima e dopo il processo al terzo piano del Tribunale di Milano. Così si sono salutati Luciano Moggi e Massimo Moratti al processo che vede imputato l'ex dg della Juventus per diffamazione nei confronti dell'ex bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti. Moratti ha deposto come teste della difesa. Al termine dell'udienza, i due si sono trattenuti per qualche minuto a parlare tra i flash dei fotografi.

MORATTI: "UNA PRESA IN GIRO" - L'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, sollecitato dall'avvocato difensore di Moggi, Prioreschi, ha chiarito, davanti al giudice Oscar Magi della quarta sezione penale, il senso delle telefonate ricevute dai designatori arbitrali Pier Luigi Pairetto e Paolo Bergamo: "Sembravano una presa in giro, perché si voleva far credere ci fosse un clima di simpatia nei confronti dell'Inter", dopo anni di torti arbitrali. Rispondendo alla domande della difesa e della parte civile, il Presidente del 'triplete' ha spiegato di avere avuto "qualche volta, non spesso" colloqui con i designatori. "Erano telefonate di cortesia - ha precisato - che io non ho mai fatto, ma ho sempre ricevuto". 

Moratti ha anche spiegato: "Alcune volte andavo nello spogliatoio dell’arbitro dopo la gara, perché così ci era stato chiesto anche dalla Federcalcio. Era sempre presente un funzionario dell’Ufficio Indagini, niente è stato fatto non alla luce del sole". Nella trasmissione 'Notti magiche', oggetto della querela, Moggi aveva sostenuto, parlando con Zanetti, che nell’inchiesta di Napoli, ci sono "le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la richiesta a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari e l’arbitro era Bertini. Agli atti ci sono anche le telefonate di Moratti e quella imbarazzata di Bertini". Il legale ha poi chiesto conto a Moratti di un'espressione usata da Bergamo in una telefonata nella quale parlava di una "cosa che sappiamo io e lei". E Moratti ha spiegato che in qualche modo Bergamo voleva fargli capire che l'atteggiamento nei confronti dell'Inter era cambiato, "ma era tutta una presa in giro".

Davanti al giudice Oscar Magi, ha testimoniato oggi anche Gennaro Mazzei, all'epoca vice di Pairetto e Bergamo, il quale ha raccontato di una telefonata con Facchetti nella quale quest'ultimo "insisteva per mettere il n.1", ossia «Collina», per un match Inter-Juve. Il 30 marzo ci sarà la requisitoria del pm Elio Ramondini.