Albero della vita, via libera. Brescia accende i motori: «La produzione è partita»

Il consorzio di imprese: spediti gli ordini del legno per realizzare la struttura del simbolo di Expo

Il rendering del progetto dell’Albero della vita (Newpress)

Il rendering del progetto dell’Albero della vita (Newpress)

Milano, 21 novembre 2014 - Reazione a catena: mercoledì sera il consiglio di amministrazione di Expo spa ha dato il via libera all’Albero della vita, ieri le imprese del consorzio «Orgoglio Brescia», che si sono fatte avanti per costruire l’installazione simbolo del sito di Rho, hanno spedito gli ordini per le forniture di legno e acciaio. «È partita la produzione», conferma Giancarlo Turati, il coordinatore dell’associazione di imprenditori, che rassicura: «Coi tempi ce la facciamo». Benché in zona Cesarini, il limite invalicabile del 20 novembre, fissato anche dal commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, è stato rispettato. «Ieri era l’ultimo giorno utile per l’approvvigionamento», spiega Turati. Legno e acciaio, questi i materiali che compongono la torre alta 35 metri, ispirata al disegno della piazza del Campidoglio di Michelangelo a Roma e dotata di una chioma di 45 metri di diametro. In particolare il legno richiede un trattamento particolare, «perché ha bisogno di una stagionatura – precisa Turati – per poter essere piegato» e formare le curve che caratterizzano l’opera del regista Marco Balich.

Nel frattempo, le imprese non rimarranno con le mani in mano. Settimana prossima le 25 aziende si ritroveranno davanti al notaio per costituire il vero consorzio «Orgoglio Brescia», che finora è esistito solo nel nome ma non di fatto. Poi partiranno le prime spedizioni sul sito di Rho-Pero, dove gli operai già dai primi di dicembre faranno i raccordi del plinto su cui si ergerà l’Albero. «Entro la fine di febbraio – stima Turati – la struttura sarà pronta». In seguito, mentre si completerà la corona, l’azienda che vincerà il bando delle tecnologie, scritto dal Politecnico di Milano, installerà gli impianti di luci e suoni, gli effetti speciali dell’Albero. Infine, ad aprile, i collaudi.

La torre costerà circa otto milioni di euro. Di questi, tre arrivano dal sistema Brescia. Il consorzio ha ottenuto un prestito da un pool di banche (ancora riservati i nomi), che verranno ripagate dalle 25 aziende socie in dieci anni. E le imprese cosa ci guadagnano? In immagine, innanzitutto. Sia la loro, per aver sponsorizzato l’operazione, sia quella dell’Albero, di cui potranno sfruttare i diritti incassando le royalties. E poi c’è l’accordo, a Expo concluso, per trasferire l’installazione a Brescia. Della partita è anche la Coldiretti. Il sindacato degli agricoltori è sponsor indiretto dell’opera, nel senso che, avendo vinto un bando nel 2013, si impegna a pagare i due milioni di euro per l’ideazione alla Bws srl di Marco Balich. Consulenza, questa del regista al Padiglione Italia, poi finita sotto la lente del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. «Siamo oltre il 50% del contributo», spiega il presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini.

Ora manca solo il semaforo verde dell’Anac, che ieri ha ricevuto da Expo spa i fascicoli del progetto. Agli uomini del magistrato Raffaele Cantone spetta l’ultima verifica della regolarità delle carte e dei contratti. Il verdetto è atteso per settimana prossima, nonostante questa mattina il presidente dell’Authority incontri a Milano il commissario Sala. Sul tavolo ci sono le questioni rimaste in sospeso per dare la precedenza all’Albero: dalle gare sui servizi che Expo deve ancora bandire all’assegnazione a Fiera Milano dell’appalto per gli allestimenti sul sito.

 

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