Laureata e assunta a tempo indeterminato molla tutto e si inventa un nuovo lavoro: l'accompagnatrice del lutto

Non solo la scomparsa di una persona cara, anche perdere il lavoro e l'autoconsapevolezza può essere un lutto. Una professione richiestissima a Milano e in crescita nel Lodigiano di Carlo D'Elia

Silvia Mecca, 36 anni, accompagnatrice del lutto (Cavalleri)

Silvia Mecca, 36 anni, accompagnatrice del lutto (Cavalleri)

Lodi, 17 ottobre 2014 - Stanco della solita vita? Hai paura del cambiamento? Chiedere aiuto, in questi casi, può essere determinante per affrontare situazioni delicate della propria esistenza. Sembra quasi uno spot pubblicitario, eppure, è in questi momenti che entra in gioco Silvia Mecca, 36 anni, di professione accompagnatrice nell’elaborazione del lutto. «Non riduciamo la concezione di “lutto” a quella della perdita di un parete o amico — puntualizza subito Silvia Mecca —. Anche cambiare il lavoro o perdere autoconsapevolezza, può suscitare le stesse sensazioni e paure». Senza dubbio una professione insolita quella scelta dalla 36enne, lodigiana doc.  Un lavoro che Silvia ha scoperto quasi per caso, e non senza difficoltà. Laureata nella facoltà di Economia e commercio, per quasi dieci anni ha lavorato in una grande azienda nel Milanese, ricoprendo incarichi da quadro intermedio. Nel 2011, la svolta. «Avevo un contratto a tempo indeterminato e la sicurezza del posto di lavoro, che di questi tempi non è poca cosa — racconta Silvia, che nel 2007 si è iscritta alla scuola per diventare “counselor” —. Ma non mi bastava. Lavoravo tutto il giorno e non ero soddisfatta. Così ho abbandonato tutto e deciso di visitare alcuni monasteri buddisti in Francia e Scozia». 

A contatto per quasi un anno con i monaci esperti nella meditazione zen, Silvia decide di mollare tutto e dedicarsi anima e corpo alla sua vera passione per questo ramo della scienza olistica. Sono passati quasi quattro anni dal momento in cui è diventata una accompagnatrice nell’elaborazione del lutto. Una professione molto richiesta a Milano, ma in crescita anche nel Lodigiano. «Qui a Lodi sono a maggior a contatto con i famigliari di una persona gravemente malata — racconta —. Cerco di abituare i parenti che perdono una persona cara a condividere le proprie emozioni con gli altri». Attenzione: non confondiamo il suo ruolo di operatore con quello di terapeuta: non fa diagnosi e non cura malattie fisiche o psichiche, tantomeno prescrive medicine o rimedi. Le sue competenze olistiche sono usate per promuovere il benessere globale delle persona. «In media servono dai dieci ai venti incontri per avere i primi risultati — aggiunge —. Ascolto le persone, cercando di divulgare il tema della morte nella nostra società. E’ il più grande cambiamento della nostra vita, non bisogna viverlo con terrore». Silvia Mecca, opera come counselor e formatrice a Milano, oltre che a Lodi in via Defendente 17 nella sede dell’associazione “Life is a gift”. A disposizione anche il sito Internet www.silviamecca.it.