Capotreno ferito da uno straniero: "Un gesto esasperato"

C'è chi è più diffidente sul gesto compiuto da Feltri ma che comunque non può negare una reale emergenza sicurezza

Stazione di Codogno (Gazzola)

Stazione di Codogno (Gazzola)

Codogno, 28 luglio 2017 - Ha lasciato tutti di stucco l’ammissione di Davide Feltri. Il capotreno 45enne, che ha confessato di essersi inferto da solo il taglio alla mano lo scorso mercoledì sul treno delle 7.09 all’altezza di Santo Stefano, ha creato ieri nel Lodigiano un misto di emozioni per la sua ammissione di colpa. Con un post su Facebook, parlandone con gli amici al bar o proprio sulla banchina in attesa del treno, sono in tanti quelli che hanno manifestato il proprio pensiero per quanto accaduto. «Penso che il suo sia un gesto per attirare l’attenzione maggiormente sul problema» ha spiegato Luca Salani. Feltri ha infatti ammesso di essersi inferto da solo il colpo, come ha spiegato ieri il procuratore Domenico Chiario, «come segnale di disperazione per la situazione che sta vivendo». Un gesto quindi forte per smuovere le coscienze e che per Salani «serve anche a far capire che un giorno di essere aggrediti potrebbe succedere a chiunque. Sia ad un capotreno sia ad un viaggiatore. La sicurezza scarseggia, in particolare quella verso i passeggeri che dovrebbe essere fondamentale». Sicurezza che sono in molti a richiedere sui vari convogli lodigiani. E c’è chi come Nicole Ciusani ha vissuto sulla propria pelle un’aggressione. «Per andare all’università fino a quattro mesi fa prendevo il treno per Piacenza – spiega – un giorno poi una giovane ragazza di colore ha cercato di rubarmi il cellulare strattonandomi dopo che per una settimana aveva cercato di avvicinarsi a me. C’è davvero poco controllo. Per esempio a Codogno nella sala d’aspetto spesso sono presenti i carabinieri, ma sul treno i controlli non ci sono. Il gesto del capotreno è folle però anche loro subiscono molto la situazione con persone che sul treno fanno ciò che vogliono».

C'è chi invece è più diffidente sul gesto compiuto da Feltri ma che comunque non può negare una reale emergenza sicurezza. ««Sono basita – racconta Laura Capra – non capisco il motivo di un gesto tanto assurdo. Spero che chi di dovere una buona volta prenda in esame la situazione che sta diventando sempre più grave. Ormai sui treni si assiste a liti giornaliere che mettono in difficoltà sia i passeggeri sia il personale». Chi si sta spendendo molto per la sicurezza è il sindaco di Codogno Francesco Passerini, che proprio oggi insieme al consigliere con delega al pendolarismo Gianni Donati analizzerà la situazione sul tema, proponendo anche possibili soluzioni per quanto riguarda lo scalo ferroviario della città.

«L’esasperazione porta a gesti come quelli compiuti dal capotreno – ammette il primo cittadino – lo vedo come un grido d’allarme. Così come i pendolari anche loro sono una categoria poco protetta essendoci comunque sempre sui convogli persone che fanno ciò che vogliono. Il problema sicurezza quindi rimane visto che sono molti gli episodi di aggressioni sui treni, questo è solo un esempio in meno rispetto a molti fatti di cronaca già accaduti. Purtroppo ci sono troppi tagli alla sicurezza che poi si ripercuotono su tutti coloro che viaggiano».