Caso tubercolosi a Magenta, i veri postumi sono su Facebook

Un profugo affetto da tubercolosi è bastato per scatenare la polemica a Magenta, soprattutto attraverso i social network di Graziano Masperi

Un medico, foto generica

Un medico, foto generica

Magenta, 2 agosto 2014 - Passando davanti all’ex pensionato di via Casati a Magenta ieri pomeriggio la situazione era quella di sempre. Un gruppetto di ragazzi appena fuori l’ingresso, un altro gruppetto sotto le piante, un terzo all’angolo con via San Girolamo Emiliani e qualcuno sul balcone. Eppure, l’altro giorno da quel luogo, che sta catalizzando l’attenzione della città dall’inizio del mese di luglio, è partita una polemica che chissà quando verrà stemperata. Un profugo affetto da Tbc è bastato per scatenare il panico. Le rassicurazioni del dottor Giorgio Scivoletto, direttore generale della Asl Mi1 sono servite solo in parte a stemperare gli animi. Il fatto che il ragazzo dell’Africa Subsahariana, che di sicuro ha contratto l’infezione nel suo paese di origine, abbia mostrato solo rarissime cellule del bacillo di Koch, responsabile della tubercolosi, non ha placato le polemiche. Qualcuno dei ragazzi ieri è uscito dal pensionato per fare due passi lungo via Casati; del resto, come ha precisato ancora una volta il sindaco Invernizzi, non è possibile obbligare i richiedenti asilo a rimanere segregati nella struttura. È vietato dalla legge poiché si potrebbe essere incriminati per sequestro di persona. E, ad oggi, non esistono emergenze sanitarie. Dal mondo politico locale alla gente che passa per strada i commenti si sprecano.

Ma è soprattutto sui social network che è emerso di tutto. Tanto che lo stesso sindaco Marco Invernizzi ha attaccato pesantemente le false informazioni ricavate da Facebook e postate da improvvisati giornalisti d’assalto. «Sembra quasi ci sia la gara a spararla più grossa e a chi, per primo, lancia al mondo la notizia più allarmistica. – ha tuonato il primo cittadino – È un delirio mediatico vero e proprio che crea allarme sociale. Chi scrive sui social network deve porsi questo problema». Da più parti quello che viene posto sotto accusa sono le modalità di gestione dell’emergenza profughi. I magentini hanno espresso tutta la loro indignazione nel gruppo Facebook ‘Magenta nel degrado’, magari qualcuno in maniera troppo colorita. Tanto che, per ironizzarci sopra, è stato creato immediatamente l’opposto gruppo ‘Il degrado di Magenta nel degrado’.

Basta scorrere questi due gruppi per capire quanto sia sentita la questione. Il mondo politico è in subbuglio. Prima Simone Gelli della Lega Nord. Poi i circoli di Fratelli d’Italia di Magenta e Abbiategrasso che hanno detto: «Prendiamo atto delle rassicurazioni di carattere sanitario fornite da Comune di Magenta e Asl. Concordiamo con l’esigenza di non diffondere allarmismi immotivati. Ribadiamo, però, il fallimento politico e culturale dell’operazione Mare Nostrum e delle modalità di accoglienza di questi migranti».