Franco Tosi in vendita: ma il fatturato aumenta

Il giro d'affari in crescita: in sei mesi acquisite tre volte le dimensioni degli ultimi fatturati di Cristiana Mariani

Franco Tosi

Franco Tosi

Legnano, 8 luglio 2014 - «Mezzo pieno o mezzo vuoto, questo è il solo ed unico bicchiere che abbiamo» cantava nel 2008 Max Pezzali. E in effetti sembra esattamente il ragionamento che stanno facendo i rappresentanti dei lavoratori della Franco Tosi Meccanica. C’è chi vede il bicchiere del futuro della storica azienda legnanese di turbine mezzo vuoto, ovvero la Fiom Cgil, e chi mezzo pieno, cioè la Fim Cisl. «Noi non siamo pessimisti come altri, anzi. Vediamo un’azienda che si sta riaccendendo - afferma Ermanno Cova, segretario Fim Lombardia -. Siamo in presenza di una procedura conservativa con un commissario straordinario che sta facendo bene. Anzitutto sta riacquisendo piena disponibilità del marchio Tosi, che era in forse da 15. Inoltre sotto la sua gestione sono state acquisite commesse importanti». «I lavori di bonifica ambientale, ovvero rimozione e smaltimento dell’amianto e messa a norma degli impianti antincendio - aggiunge il sindacalista -, sono stati decisi dal commissario anche su richiesta di alcuni acquirenti».

Il bando per l’acquisizione della Franco Tosi Meccanica si sarebbe dovuto chiudere il 4 luglio. Di pochi giorni fa è stata la decisione del commissario straordinario Andrea Lolli di rinviare la scadenza al 30 settembre. «Se servisse a rilanciare la Tosi, sarei d’accordo anche a far durare l’amministrazione straordinaria anche qualche mese in più - ammette Cova -. Il commissario ha rimesso il treno sui binari nelle condizioni di viaggiare. Servono acquirenti che abbiano intenzione di tenere insieme un passato glorioso e un futuro di rilancio produttivo e occupazionale». Il termine del 30 settembre in realtà dovrebbe essere anticipato a metà o inizio mese. «I motivi del rinvio sono diversi: la fine del contenzioso sul marchio con Pesenti, le nuove commesse, la rivalutazione macchinari, e gli interventi per amianto e antincendio - racconta Edoardo Barra, della Fim Cisl Milano Metropoli -. Per riuscire a soddisfare le commesse arrivate Brasile, Congo, Iran e quella che dovrebbe arrivare dal Nicaragua, è necessario investire sui macchinari visto che alcuni di quelli attuali sono obsoleti. Il rinvio del bando di gara non ci preoccupa, anzi».  Fra i lavoratori, la voglia di tornare in fabbrica è evidente. «Se questo servisse a far rientrare tutti al lavoro e a far riprendere la produzione, lavorerei anche con il commissario in veste di “amministratore delegato” - afferma Alberto Varoli della Rsu -. Non ci interessano le polemiche, vogliamo lavorare. Fin dal primo bando, quando il commissario era Barazzoni, la carpenteria non era considerata. Il reparto palette è strategico ma critico, perché essendo inerente alle nostre turbine i macchinari non sono mai stati rinnovati. Già da anni gran parte della produzione si dava fuori, quindi le critiche sulla Presezzi sono strumentali. Anche perché gli accordi commerciali si sono sempre fatti».

di Cristiana Mariani