Emergenza profughi, nuovi arrivi a Legnano

La decisione all'interno del vertice in Prefettura di Milano. Ancora da definire i numeri ma è previsto l'arrivo di almeno 20/25 profughi di R.L.

ANSA

ANSA

Legnano, 21 settembre 2014 - Anche il Legnanese si appresta ad accogliere la sua quota di profughi. È questo l’esito del vertice avvenuto in Prefettura a Milano, presieduto da Francesco Paolo Tronca, nel corso del quale anche i Comuni del cosiddetto “Piano di zona”, e cioè Legnano più alcuni paesi limitrofi, sono stati invitati a fare la loro parte di fronte alla nuova ondata di arrivi d’immigrati che è stata suddivisa dal Governo in “tranche” regionali. Al solo territorio della provincia di Milano ne sarebbero stati destinati 1.500. Il numero esatto destinato all’Alto Milanese dovrà essere definito nel corso di un prossimo incontro la prossima settimana. Si parla comunque di un gruppo composto fra le venti e le venticinque persone. Ma potrebbero essere di più. O di meno? Questa seconda ipotesi è poco probabile. Di sicuro per il momento c’è la richiesta avanzata anche al Legnanese a un impegno in questa direzione. Come sta già avvenendo nelle vicine Busto Arsizio (un’ottantina gli immigrati in fuga dalle guerre nella città varesina) e Magenta, dove già dall’inizio dell’estate, ai primi di luglio, la Fondazione Vincenziana — struttura della Diocesi di Milano e gestita da una cooperativa — ospita un centinaio di immigrati.  «In questo momento non c’è ancora nulla di definito — premette il sindaco, Alberto Centinaio —. Se una richiesta arriva da parte del prefetto, e quindi attraverso lui da parte del Governo, anche la nostra città non può tirarsi indietro. Ma, ripeto, finché non sapremo in concreto che cosa ci viene chiesto è inutile lanciarsi in speculazioni sul numero di arrivi o sui luoghi in cui queste persone potranno essere destinate. Ne daremo tempestiva notizia quando dalla Prefettura ci verranno forniti elementi concreti». 

Questione di giorni, dunque. Al massimo di settimane per definire gli aspetti tecnici della questione. Ma che anche in città e negli undici Comuni del Piano di zona arrivi una quota di profughi è ormai dato per scontato. Resterà da capire dove potranno essere collocati. L’opzione di riutilizzo della caserma Cadorna, oggi in disuso, è ritenuta improbabile dallo stesso Centinaio «viste le condizioni in cui versa. Se davvero fosse presa in considera<TB>zione, ciò significherebbe che il Governo dovrebbe impegnarsi a renderla utilizzabile in tempi rapidi». L’ipotesi di metterli in via Quasimodo — nella zona della Gran Casa e non lontano da via Jucker dove si trovano i container che ospitano i nomadi — è, appunto, per il momento solo un’ipotesi. Resta in campo invece l’opzione del coinvolgimento delle parrocchie cittadine e della Caritas. 

Per Legnano non sarebbe comunque la “prima volta”. Già nel 2011, durante il conflitto militare in Libia, la città (e assieme a lei Canegrate, San Vittore Olona e Rescaldina) aveva accolto una trentina di stranieri in arrivo dal Maghreb e dall’Africa subsahariana, che avevano presentato domanda d’asilo. In quell’occasione a occuparsi dell’accoglienza fu la onlus “Cielo e Terra”.