Morto nel Villoresi, identificato il cadavere

Ha ufficialmente un nome ed un volto il cadavere ripescato mercoledì pomeriggio nel canale Villoresi al confine est di Busto Garolfo

I sommozzatori al lavoro (Mattelli)

I sommozzatori al lavoro (Mattelli)

Busto Garolfo (Milano), 8 maggio 2015 - Ha ufficialmente un nome ed un volto il cadavere ripescato mercoledì pomeriggio nel canale Villoresi al confine est di Busto Garolfo. Quale fosse l’identità dell’uomo che per volontà oppure per un tragico destino ha trovato la morte tra le acque, lo si è compreso proprio ieri quando il suo solito posto al bar di piazza Cavour era rimasto stranamente vuoto. Domenico F. classe 1952, nativo di Senise in provincia di Potenza ed emigrato una trentina d’anni fa a Busto Garolfo come tantisissimi altri suoi concittadini della Basilicata, non era più lì. Una vita difficile quella di “Mimmo” come tutti lo chiamavano, dalle ultime notizie raccolte la sua casa era un’automobile e per lavarsi spesso si recava al lavatoio lungo il canale Villoresi. Un’esistenza condotta per anni alla ricerca quotidiana di qualche lavoretto per poter mangiare, perennemente disoccupato viveva letteralmente alla giornata che perlopiù trascorreva al bar dopo la separazione dalla moglie.

Le persone che lo hanno conosciuto lo considerano un mite, mai aggressivo e nemmeno violento, semplicemente Mimmo stava lì giorno dopo giorno lasciando che il tempo gli passasse davanti senza nemmeno accorgersi. Un’esistenza lontana dalla realtà e lontana da quanti avrebbero potuto, o dovuto, comprendere il suo disagio. Le associazioni di volontariato e l’amministrazione comunale ammettono di non essere stati informati della situazione. Mentre è stato grande lo sconcerto di amici e conoscenti che, ieri, appresa la notizi del suo decesso, si sono chiesti come sia stato possibile non fare nulla per aiutarlo.

di Paolo Mattelli