Vittuone, il 2016 inizia male: licenziati 23 lavoratori

Alla Nolostand braccia incrociate e presidio permanente ad oltranza in fabbrica

Bandiere dei sindacati

Bandiere dei sindacati

Vittuone (Milano), 29 dicembre 2015 - Braccia incrociate e presidio permanente ad oltranza in fabbrica per i lavoratori della Nolostand Fiera Milano di Vittuone, azienda leader nella realizzazione di allestimenti fieristici. I vertici della società con sede in via Gandhi hanno annunciato lo scorso 23 dicembre l’esubero, e il conseguente licenziamento, di ventitré dei cinquantotto lavoratori a partire dal primo gennaio 2016.  A ricevere il benservito sotto l’albero di Natale sono stati gli operai in forza alla Sda, la cooperativa che ha in appalto fino alla fine dell’anno la gestione del magazzino di Nolostand Fiera Milano. “I vertici aziendali ci hanno convocato il 22 dicembre per comunicarci che avevano interrotto il rapporto di collaborazione con la Cooperativa Sda – spiega Mauro Sardella della Filt Cgil Ticino Olona - e che la Transgo srl di Novara, a cui hanno appaltato la gestione del magazzino, ha ritenuto sufficiente assumere solo 35 degli operai della Sda e di licenziare gli altri 23. Ad oggi non sappiamo chi tra una settimana avrà ancora un posto di lavoro, né con quale criterio saranno scelti i lavoratori da lasciare a casa”.

Una decisione incomprensibile per le organizzazioni sindacali che hanno scritto al Prefetto e al Questore di Milano, oltre che al Commissario Prefettizio di Vittuone (la giunta vittuonese è dimissionaria), affinché venga  convocato d’urgenza un tavolo con la società per trovare una soluzione all’ennesima perdita dei posti di lavoro nel magentino. “Riteniamo che ci siano ancora i margini per non lasciare queste persone a casa, per giunta senza la tutela di ammortizzatori sociali, Se c’è volontà una soluzione si trova –aggiunge Emanuele Barosselli della segretaria regionale Filt Cigl -. Con il nuovo appalto cambieranno le condizioni contrattuali anche per i 35 lavoratori ‘salvati’  dal taglio: periodo di prova e nuovo contratto a tutela crescente, perfino per chi presta servizio da oltre dieci anni”. “Questi licenziamenti sono incomprensibili – continua Sergio Antonini della Filt Cgil Ticino Olona -. Sarebbero giustificabili con un calo di lavoro ma ci risulta che il volume dell’attività sia rimasto invariato. Pensano di aumentare il margine di guadagno sulla pelle dei lavoratori”.