San Giorgio, esposto del Comune: "La società del gas paghi l’affitto delle reti"

Una vertenza legale contro 2i Rete Gas per ottenere il pagamento dell’affitto delle reti di distribuzione. A farsi promotore della battaglia è il sindaco di San Giorgio su Legnano

Lavori sulla  rete del gas

Lavori sulla rete del gas

San giorgio Su Legnano, 17 ottobre 2016 - Una vertenza legale contro 2i Rete Gas per ottenere il pagamento dell’affitto delle reti di distribuzione. A farsi promotore della battaglia per risolvere un problema che sta mettendo in difficoltà diversi comuni della zona è il sindaco di San Giorgio su Legnano, Walter Cecchin. «L’immobilismo degli organi preposti a decidere è imbarazzante e incomprensibile - spiega - si sono dimenticati i Comuni in scadenza di contratto». Il riferimento è alle nuove normative che di recente hanno stabilito che al termine della concessione prima di poter procedere ad altra gara devono essere i Comuni stessi a costituire una nuova forma di collaborazione fra di loro per definire un concessionario unico. Così i Comuni che sono arrivati a scadenza si sono ritrovati il concessionario inadempiente, che non ha più pagato l’affitto delle reti a causa di un vuoto normativo che sfrutta a suo piacimento.

Da qui la vertenza legale che dopo un anno non ha ancora avuto alcun effetto. Da parte sua il sindaco di San Giorgio spinge per ottenere i 280mila euro nelle casse del Comune per il canone che da un anno non arriva più. Nella medesima situazione ci sono anche i comuni di Inveruno, Busto Garolfo, Marcallo, Bernate Ticino, Cuggiono e Nerviano. Un problema che si riflette con effetto immediato anche sui cittadini perché per i Comuni significa non avere soldi da spendere. Di conseguenza servizi interrotti e possibilità futura di default a causa di problematiche non interne, ma bensì esterne e legate a società private. La soluzione potrebbe essere legata a un canone di affitto più vantaggioso per la gestione delle reti del gas, con costi di burocrazia abbattuti per i singoli comuni e una riduzione drastica delle spese di consulenza tutte sostenute dalla società vincitrice e non dai Comuni. Il tutto tramite una gara associata per la distribuzione del gas organizzata dalla Provincia come avviene in altre parti d’Italia. In questo caso la provincia potrebbe consentire ai Comuni non solo di mantenere il pagamento del canone secondo gli standard attuali, ma addirittura di ottenere un considerevole incremento.

Per ottenere risparmi e condizioni migliori, si propone un percorso comune per la distribuzione del gas. Poi si sottoscrive una convenzione con capofila proprio l’amministrazione provinciale. In questo modo i comuni, non agendo isolati, hanno una forza contrattuale maggiore. Una battaglia portata avanti anche da Anci Lombardia, che ha raccolto segnalazioni da parti di numerosi Comuni lombardi, accomunati dal medesimo problema.