Roberto ha già un posto di lavoro ancor prima del diploma

Di Stefano, 18 anni di Cassago Brianza, studente di quinta superiore "prenotato" dalla Ima di Arosio

Roberto Di Stefano

Roberto Di Stefano

Monticello Brianza (Lecco), 29 novembre 2017 - Non ho ancora terminato la scuola, ma ha già un posto di lavoro assicurato Roberto Di Stefano, 18 anni di Cassago Brianza, studente di quinta superiore dell’indirizzo Informatico all’Istituto Alessandro Greppi di Monticello Brianza. I dirigenti della Ima, Industria Meccanica di Arosio gli hanno offerto un impiego una volta finita la scuola perché, durante il tirocinio estivo, con il supporto del suo professore Pietro Petracca, ha elaborato un sistema per monitorare la produttività in modo che si possa intervenire subito per correggere eventuali problemi e criticità. Grazie al suo progetto, denominato “Strumento periodico di analisi della produttività aziendale”, ha vinto anche il premio “Storie di alternanza tra scuola e lavoro” promosso da Unioncamere e Camera di Commercio.

In cosa consiste il progetto?

«Il mio obiettivo era quello di creare uno strumento di analisi per monitorare appunto la produttività aziendale. In una prima fase ho reperito i dati di cui necessitavo, nella seconda ho trovato il modo per rappresentarli graficamente, suddividendoli in due tipologie di analisi: consuntiva e preventiva.

Il sistema che hai elaborato viene utilizzato?

«Sì, lo stanno già utilizzando».

Non si sente in qualche modo “sfruttato” per aver lavorato gratis?

«Assolutamente no, per me è stata un’importante opportunità di mettermi alla prova, applicare sul campo ciò che imparo sui banchi e in laboratorio e anche di anticipare l’apprendimento di un linguaggio informatico, quello dei database, che sto approfondendo in classe. Sono molto appagato dall’esperienza. Inoltre mi hanno offerto un posto di lavoro terminata la scuola, sebbene io dopo la maturità mi iscriverò all’università».

Quanto tempo dedichi allo studio?

«Nel mio indirizzo scolastico non esiste lo studio vero e proprio, non per me almeno. L’informatica occorre comprenderla in maniera quasi naturale, non basta applicarsi. Mediamente comunque dedico ai progetti cinque-sei ore al giorno, ma a me piace, è quasi un gioco».

Ti definiresti un “nerd” o un “secchione”?

«Non direi. Mi piace lo sport, il calcio soprattutto e amo la musica, come tutti i miei coetanei. Quest’anno però ho deciso di concentrarmi sulla scuola che è la mia priorità. Altri tre studenti dell’Alessandro Greppi di Monticello sempre di Informatica, ora universitari, grazie ai progetti scolastici hanno invece fondato tre loro nuove start up».