La passerella di Mantova è un arcipelago nel lago: l’opera di Grima inaugurata domenica

La capitale della Cultura 2016 si regala un’isola, una piattaforma bianca di 800 metri quadrati, che nella forma a cerchi richiama i fiori di loto e che guarda allo sky line del lago inferiore a un centinaio di metri dalla riva e dalle mura di Palazzo Ducale

L’arcipelago di Ocno, strutture galleggianti a forma di loto accanto al mantovano Palazzo Ducale

L’arcipelago di Ocno, strutture galleggianti a forma di loto accanto al mantovano Palazzo Ducale

Mantova , 10 settembre 2016 - La capitale della Cultura 2016 si regala un’isola, una piattaforma bianca di 800 metri quadrati, che nella forma a cerchi richiama i fiori di loto e che guarda allo sky line del lago inferiore a un centinaio di metri dalla riva e dalle mura di Palazzo Ducale. In realtà è composto da isole scomponibili e ricomponibili, alle quali è stato dato il nome di Arcipelago di Ocno, il mitico semidio figlio dell’indovina Manto (che dà a sua volta il nome alla città) e del dio Mincio. Per le dimensioni, i costi, la destinazione, e persino la filosofia che vi è sottesa, l’opera è solo una lontanissima parente della gigantesca installazione dell’artista bulgaro Christo sul lago d’Iseo. E tuttavia sta già facendo discutere i mantovani e in tantissimi turisti che in questi giorni affollano la città in occasione del Festivaletteratura.

L'arcipelago entrerà in funzione domani, inaugurato da un concerto al quale parteciperanno i 45 musicisti dell’Orchestra da Camera di Mantova (inizio alle 20, in programma la settima sinfonia di Beethoven) ma ieri è stato presentato dal sindaco e dal suo ideatore, l’architetto inglese naturalizzato italiano Joseph Grima. «Abbiamo pensato a una struttura versatile e con una valenza architettonica - ha spiegato proprio Grima - sarà una piazza galleggiante e si collocherà nella scia di opere di questo tipo come l’isola galleggiante creata da Aldo Rossi per la biennale di Venezia, o ancora più indietro per il manufatto ancorato alla riva voluto dal signore di Genova nel 18esimo secolo per celebrare il proprio matrimonio».

L’arcipelago Ocno sarà visitabile dal giovedì alla domenica e, come ha precisato l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Lorenza Baroncelli, verrà impiegato per molteplici usi: dalla musica, che sarà ascoltabile anche dalla riva, al ballo (venerdì prossimo è in programma una serata di tango) allo yoga o al semplice piacere della meditazione, alla sosta per ammirare un tramonto visto dall’acqua. Per raggiungere le isole (pochi minuti di barca) serviranno 5 euro e la prenotazione (tel. 0376-299208), ma il servizio potrà variare ed essere modulato a seconda delle richieste. «Abbiamo voluto allargare la città - ha detto il sindaco Mattia Palazzi – e seguiamo un disegno coerente: la riapertura delle Pescherie, dove i mantovani da anni non andavano, la rigenerazione delle periferie col progetto che stiamo per presentare firmato Stefano Boeri, ora il risanamento e la valorizzazione dei laghi - non solo per i turisti con le suggestive visioni anche notturne che Ocno offrirà - ma per arrivare a creare in futuro una nuova viabilità per i mantovani». L’arcipelago di Ocno è costato al Comune 150mila euro (molto meno della faraonica opera sul lago d’Iseo, del valore di 3 milioni per le sole casse pubbliche) e in più avrà il vantaggio di poter essere rimontato in primavera anche in altri luoghi, dopo i mesi di “letargo” invernale.